«Negozi vuoti, il Comuni contribuisca agli affitti»: Ascom chiede un patto

Sabato 14 Maggio 2022 di Elisio Trevisan
«Negozi vuoti, il Comuni contribuisca agli affitti»: Ascom chiede un patto
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MESTRE - Deve intervenire anche il Comune per riempire i negozi sfitti di Mestre.

L'idea di Sebastiano Costalogna, assessore al Commercio, è stata accolta positivamente anche da Ascom Confcommercio Mestre, dopo Confesercenti, ma mettere a disposizione più posti auto non è sufficiente. Il presidente dell'Ascom, Massimo Gorghetto, chiede anche soldi, oltre che un tavolo di coordinamento con i proprietari dei locali. In che senso il Comune dovrebbe dare soldi a dei privati che, nonostante tutto, non sembra stiano patendo la fame? «L'idea è quella che l'Amministrazione veneziana compartecipi, pro quota per sei mesi, al pagamento dei canoni calmierati per consentire la startup di un'impresa. - spiega Gorghetto - Non sarebbe un assegno di sostentamento ma un investimento sul futuro del tessuto economico, e quindi anche sociale, del centro cittadino». Freak of Nature, la street artist che nei giorni scorsi ha dipinto con strisce verdi come bambù 143 vetrine di altrettanti negozi sfitti dalla stazione fino a piazza Ferretto, ha avuto il merito di mettere in rilievo, con un segno artistico, un problema che però esiste da anni, almeno dal 2008-2009, dallo scoppio della bolla immobiliare negli Stati Uniti che ha scatenato una crisi mondiale; da allora il fenomeno non si è mai risolto, anzi è peggiorato, e la pandemia non ha fatto altro che accelerarlo.


I TENTATIVI
E fino ad oggi le categorie e i singoli privati ne hanno tentate di tutti i colori per uscire da questa situazione: è stato proposto, ad esempio, che il Comune alzi le imposte a chi tiene i locali sfitti, ma non è possibile perché la Corte dei Conti interverrebbe subito considerandola una manovra speculativa a svantaggio di una categoria di privati; si è pensato anche ad uno sconto su Tari, Imu ed altre tasse da applicare solo a chi mantiene i locali occupati, ma probabilmente chi può permettersi di tenere spazi vuoti per anni è anche poco sensibile ad uno sconto sulle tasse. «È un problema che non riguarda solo Mestre anche se, come ha notato la street artist, a Mestre proprio piazza Ferretto è quella con la percentuale più alta di locali sfitti. - continua Gorghetto - Un po' in tutta Italia, in realtà, nessun Comune è stato in grado di mettere in pratica a livello normativo una mossa che possa stimolare la ripopolazione degli immobili sfitti. Per questo apprezziamo la buona volontà dell'assessore Costalonga che ora vuole intervenire mettendo a disposizione più parcheggi e spostando anche il mercato bisettimanale per liberare strade con tanti posti auto. Ma gli chiediamo un passo in più: venga insieme a noi a sensibilizzare i proprietari, apriamo questo tavolo di confronto e magari riusciremo a trovare una strada innovativa».


LA PROVENIENZA
A Mestre, poi, c'è anche un altro problema, come aggiunge il presidente di Ascom Confcommercio, la provenienza dei proprietari: «In centro città la maggior parte degli immobili è in mano a persone che non vivono qui, ma sono di Padova o altrove. E quindi non hanno lo stesso interesse di un residente a far sì che la città viva. Ed è difficile far loro capire il ruolo sociale che hanno i negozi per la qualità della vita e per l'intera collettività». È chiaro che tutti questi discorsi valgono fino a un certo punto perché si tratta di rapporti privatistici tra conduttore e locatore sui quali giuridicamente non è possibile intervenire, e quindi il lavoro delle categorie e del Comune dev'essere rivolto più a sensibilizzare i proprietari piuttosto che a tentare di imporgli qualcosa. «È vero anche perché ci si scontra con la situazione generale e con i timori dei privati. - conclude Massimo Gorghetto - Ad esempio spesso non hanno neppure l'interesse ad affittare, magari anche abbassando il canone, perché temono di portarsi in casa una nuova attività che magari dopo un po' entra in difficoltà e non è più in grado di pagare il canone, e il danno diventa doppio. Così molti pensano che è meglio non rischiare. Per questo bisogna unire le forze e creare un fronte unico che tenga in considerazione tutti gli aspetti della vicenda».

 

Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 10:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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