MARGHERA - La Coop ha chiuso definitivamente sabato scorso. Al posto della barriera delle casse è stato tirato su un triste muro di cartongesso che è un pugno sullo stomaco di fronte alle architetture luminose della galleria commerciale di Marghera. Ma, estetica a parte, l’addio di Coop&Coop ha trasformato la Nave de Vero nell’unico centro commerciale senza un ipermercato interno che porta quotidianamente “giro” e clienti, con l’aggiunta che non è previsto nessun inserimento dello stesso genere e che la superficie commerciale - come è stato riferito in un’infuocata riunione del consorzio degli operatori che si è svolta nei giorni scorsi - dovrebbe restare chiusa per circa un anno, visto che l’annunciata catena Primark (abbigliamento e articoli per la casa a basso costo) arriverà solo nella prima metà del 2022. E tra i titolari dei negozi della galleria, gli unici ai quali non sono stati abbassati i canoni di affitto dei locali, serpeggia la preoccupazione e la rabbia.
Nei negozi aperti - sempre meno, visto che anche tra chi potrebbe lavorare in zona rossa, parecchi tengono ormai chiuso per la scarsità di clienti dal lunedì al venerdì - ormai sono al massimo in uno o due di turno.
Una novità positiva potrebbe comunque arrivare a breve, almeno sulla carta, visto che tra aprile e maggio è prevista l’ultima conferenza dei servizi che dovrebbe dare il via libera a “Venus Venis”, cioè la torre (o meglio, l’ex torre visto che dai 90 metri iniziali progettati è stata ridotta a 45 di altezza) che sorgerà a fianco della “Nave” nell’area dove ora c’è un parcheggio e un terreno abbandonato. Blo Immobiliare, la società che ha già realizzato il centro commerciale, sta infatti predisponendo le integrazioni richieste dal Comune di Venezia sulle future destinazioni del complesso che avrà ottomila metri quadri di superficie commerciale ed altri seimila di “servizi”. Sono definitivamente spariti i piani della torre che avrebbero dovuto ospitare un albergo e un ristorante “panoramico” all’ultimo livello, mentre viene confermata la palestra-centro fitness ed inseriti servizi sanitari a aree gioco per ragazzi che andranno dalle attività in movimento all’elettronica. Finalità che sono supportate da “manifestazioni di interesse” già pervenute alla società costruttrice, ma che poi dovranno tradursi in contratti nero su bianco per giustificare l’investimento. Del resto da Blo Immobiliare ricordano che il progetto Venus Venis è partito ormai 6 anni fa e che, nel frattempo, “non solo il commercio con l’on-line, ma tutto il mondo è cambiato causa Covid”. E, prima di tirare su un altro centro commerciale, ormai c’è da pensarci non cento, ma mille volte.