Natalino Balasso a Beltotto: «Prendo meno di quanto frutto»

Lunedì 25 Novembre 2019
Balasso a Beltotto: «Prendo meno di quanto frutto»
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VENEZIA - Natalino Balasso come Johnny Hallyday: «Chi mi conosce sa che je cherche la bagarre e siccome amo la rissa, rispondo ai cazzotti di Beltotto». E così l'attore le canta eccome al presidente del Teatro Stabile del Veneto, inscenando il terzo atto della baruffa chiozzotta scatenata dal mancato inserimento in cartellone dello spettacolo goldoniano La bancarotta e culminata nello scontro sulla cultura di destra e di sinistra, passando per la sfida della trasparenza sui compensi percepiti in passato dal comico. A svelare i numeri è ora lo stesso polesano, in un lungo e rovente post su Facebook: «A fronte di quei 200 euro netti a giornata, il Verdi di Padova, per fare un esempio, incassava 15-20.000 euro al giorno».
 
LE ENTRATEBalasso premette di tornare sull'argomento «perché, laddove ci sono stipendifici, le cose si fanno complicate», pur affermando di sapere «che come al solito i giornali non capiranno un c... e tradurranno il mio affetto verso il pubblico come la preoccupazione per il mio lavoro». Lo rassicuriamo: ci limitiamo a trascrivere la sua posizione, ovviamente al netto del turpiloquio, che gli interessati possono comunque leggere sul social. Puntualizza l'attore: «Io posso smettere di lavorare domani perché sono un uomo libero e posso vivere anche con niente, visto che non trattengo mai nulla e reinvesto sempre tutto quel che guadagno nella produzione del mio teatro e dei miei racconti video». L'attore respinge dunque il sospetto di Giampiero Beltotto che a spingerlo in attacco fosse stato un calo delle sue entrate familiari: «La mia famiglia ribatte è un'impresa privata che riesce a mettere insieme, con uno spettacolo, non una, non due, ma 10 volte ciò che mi può dare uno Stabile, cosa che accetto perché mi piace fare spettacoli con la compagnia e perché mi fa piacere che attori e tecnici guadagnino qualcosina grazie a me».
L'IMPORTOPer quale importo? Sottolinea Balasso: «È molto facile dire quanto guadagnavo (a consuntivo di paga media giornaliera, poco più di 600 euro lordi, sui quali pagavo le tasse, e coi quali dovevo pagarmi viaggi, pasti fuori casa (e io mangio tanto!) e alberghi e sfido un altro attore del mio livello a dire che guadagnava meno! Se mettessi nel conteggio i giorni di prove, pagati molto ma molto meno, la cifra sarebbe anche più bassa». Comunque inferiore a quella fruttata dalla pièce La cativissima, «uno dei pochissimi spettacoli in attivo dello Stabile», che lo produsse nel 2015: «Ogni 5000 euro lordi da me incassati ne ha prodotti solo in Veneto 150.000 per lo Stabile, se poi lo Stabile abbia speso tutto quel surplus da me prodotto per pagare la struttura, cioè gente molto meno produttiva di me e non gli artisti, non so che farci», punge il comico, precisando di aver rinunciato al suo «compenso di regista (per altro assai sotto costo) per redistribuire il corrispettivo agli attori della compagnia». Altra stilettata: «Ho fatto una riunione di fuoco per intimare allo Stabile di non fare i costumi a Venezia per una produzione a Padova, spendendo 1600 euro solo per il trasporto, ma di spendere molto ma molto meno. Queste sono cose che annoiano la gente, Beltotto lo sa, quindi gli basta dire sappiamo quanto gli abbiamo dato e tacere di quanto ci ha fatto guadagnare e risparmiare, per inciso, la vecchia abitudine di fare costumi a Venezia con relativi costi è tornata puntuale l'anno dopo che io me ne sono andato». Balasso conclude di non aver «più tempo di parlare di sta roba», a meno che non venga nuovamente attaccato, «perché mi so pajasso ma no mona».
A.Pe.

Ultimo aggiornamento: 09:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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