Il vetro artistico va in pezzi: metà delle fornaci sono chiuse

Venerdì 9 Aprile 2021 di Manuela Lamberti
Coda di turisti a Murano

 MURANO (Venezia) - Forni spenti per la metà delle aziende produttrici di Murano. A un anno dal primo lockdown il Consorzio Promovetro Murano, in collaborazione con Confartigianato Venezia, ha sottoposto a un centinaio di aziende del settore produttivo operanti a Murano (a rispondere in 80, alcune delle quali presentano anche un aspetto più propriamente commerciale) il terzo questionario anonimo per monitorare gli effetti della pandemia sul vetro artistico di Murano. Una fotografia che purtroppo ritrae un'immagine sconfortante dello stato di salute delle vetrerie. Se a settembre 2020 oltre il 90% delle aziende dichiarava di aver riaperto, il 60% delle quali sia dal punto vista produttivo che commerciale, adesso il dato sull'operatività è in netto calo: oggi, infatti, solo il 57,5% delle aziende risulta aperto. Altrettanto in calo è il dato relativo al fatturato: già a settembre 2020 più del 39% delle aziende intervistate ammetteva di aver registrato un calo di fatturato pari a oltre il 70% rispetto al 2019, mentre attualmente a dichiarare una simile perdita è il 45% di esse.

PEGGIO DEL 2020
«Lo scorso settembre c'erano prospettive migliori e fiducia nella ripresa, adesso purtroppo la situazione è peggiorata, non si vede la luce in fondo al tunnel e questo ha ripercussioni sul nostro lavoro spiega Luciano Gambaro, presidente del Consorzio, ricordando che il questionario è fatto su un campione assolutamente esemplificativo delle aziende produttrici di Murano per questo oggi è quanto mai vitale lavorare su un importante piano di sviluppo strategico per consolidare e attualizzare il futuro del vetro di Murano con progetti di salvaguardia e tutela in primis e subito dopo di rilancio del settore con benefici per tutta la filiera. Dal produttore al commerciante - aggiunge - fino ad arrivare al consumatore finale, con evidente e innegabile vantaggio anche per l'immagine di Venezia troppe volte svilita dalla vendita di prodotti che nulla hanno a che fare con la sua millenaria tradizione. Abbiamo bisogno delle istituzioni per attuare quel piano strategico tanto atteso e caldeggiato da tempo, un piano che serve a salvaguardare il capitale umano, oggi particolarmente fragile, oltre che tutelare il nostro patrimonio artistico e culturale. Tutta la filiera - conclude - deve fare squadra e quadrato con le nostre istituzioni per progettare una Murano diversa e futura, ma bisogna fare presto».

SERVONO I VACCINI
Se le aziende sono ancora in attesa dei ristori del 2021 (ci auguriamo arrivino presto sia quello nazionale sia quello regionale dice Gambaro), secondo gli operatori del vetro la vera svolta per invertire questo piano inclinato, che sta portando al tracollo l'intera economia vetraria muranese, sta nella rapidità del piano vaccinale nazionale e mondiale.
«Dobbiamo fare in modo che la gente ricominci a muoversi il prima possibile spiega Andrea Della Valentina, presidente del settore vetro di Confartigianato gli americani faranno da apripista, seguiranno i cinesi e via via gli altri. Ma anche noi imprenditori abbiamo l'assoluta esigenza di spostarci fuori dall'isola per partecipare a fiere e manifestazioni internazionali per acquisire ordinativi e commesse. Inoltre, la possibilità di vaccinare in tempi rapidi chi lavora nelle fornaci ci consentirebbe di recuperare parte della produttività aziendale perduta per rispettare i rigidi protocolli di sicurezza che comunque continueremo a rispettare. In quest'ottica, alcune aziende di Murano hanno già segnalato la propria candidatura alla Regione per diventare centri di vaccinazione per i lavoratori delle vetrerie».
 

Ultimo aggiornamento: 16:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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