Multe "fantasma", una su tre non viene pagata: quasi ​268 milioni di buco nelle casse dei Comuni

Lunedì 28 Novembre 2022 di Davide Tamiello
Multe "fantasma", una su tre non viene pagata: quasi 268 milioni di buco nelle casse dei Comuni
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VENEZIA - Un terzo delle multe e delle imposte comunali, nel Veneziano, non viene pagato. E non parliamo di cifre di poco conto: stando ai numeri del Mef circa i “crediti di dubbia esigibilità”, infatti, alle 44 amministrazioni locali mancano all’appello quasi 268 milioni di euro. Mancano e, con ogni probabilità, mancheranno: in questa particolare categoria infatti finiscono quelle imposte e quelle sanzioni non pagate da cittadini e imprese che difficilmente i Comuni riusciranno a recuperare, anche inondando i creditori delle tanto temute cartelle esattoriali. I numeri del ministero parlano chiaro: in provincia mancano per la precisione 267.531.256,85 euro, in media 318 euro a cittadino (neonati compresi).

Questo su un totale di 948 milioni, ovvero quanto i Comuni dovrebbero incassare. Di questo miliardo, quindi, un buon 28% rimarrà solo un proposito. Si tratta di multe ma anche di imposte, canoni, Imu, Ici e tanto altro.

I NUMERI

A fare la parte del leone, come quasi sempre succede in queste statistiche, c’è il capoluogo: Venezia di quei 637 milioni di euro attesi, non ne vedrà mai 163,7 milioni, il 25%. Il che significa che per recuperare tutti i crediti di dubbia esigibilità, ogni cittadino dovrebbe sborsare in media 642 euro. Non se la passano meglio altri comuni grandi dell’area metropolitana come Mira, che non vedrà 14 milioni su 23: praticamente il 62 per cento di imposte e multe non verranno mai pagate. Sulla stessa barca, in termini percentuali, Santa Maria di Sala: anche qui, il 61% dei crediti dovuti non arriveranno nelle casse comunali, anche se l’importo è decisamente meno oneroso. All’appello, infatti, manca circa un milione e mezzo. Molto più pesante il quadro invece per Chioggia (20 milioni su 54) e Jesolo (17 milioni su 40). Dall’altra parte della classifica può ritenersi soddisfatto invece il Comune di Quarto d’Altino, a cui mancheranno solo 1.300 euro su un 1,1 milioni (praticamente perderà solo uno 0,12% delle entrate attese). Bene anche Noale, che dovrà rinunciare a 7mila euro su 1,7 milioni, così come Fossalta di Piave (26mila euro su 2,1 milioni). 

I SINDACATI

Un contesto che, secondo i sindacati, è una cartina tornasole di quanto in questo momento una qualche “pace fiscale”, ventilata dal governo, finirebbe per avere ripercussioni decisamente negative. «Sarebbe una vera beffa ai danni dei cittadini e contribuenti onesti e rispettosi - attacca Daniele Tronco, segretario generale dello Spi Cgil Metropolitano di Venezia -. Su circa 950 milioni di euro di “crediti attivi” per il territorio veneziano, il 28,21% risulta difficilmente recuperabile. Va da sé che queste enormi risorse potrebbero essere maggiormente impiegate a beneficio delle persone anziane, sole, fragili, mediante un Welfare mirato a far fronte alle esigenze di una popolazione con un tasso di invecchiamento in aumento esponenziale, dato peraltro già dirompente in molti dei nostri Comuni». 

«Le politiche fiscali sono lo strumento fondamentale per contrastare le diseguaglianze e realizzare un’equa redistribuzione delle risorse - aggiunge la segretaria generale dello Spi Cgil Veneto, Elena Di Gregorio -. I dati mostrano come i crediti che difficilmente verranno recuperati dagli enti e dallo Stato raggiungano cifre ragguardevoli e danno l’idea che siamo in un Paese in cui i più furbi vengono premiati a scapito delle tante persone oneste che, anche a costo di grandi sacrifici, pagano tute le imposte, dal primo all’ultimo euro. Siamo molto preoccupati perché, già in campagna elettorale, il nuovo governo parla di pace fiscale che poi significa solo una cosa: condoni. Noi rifiutiamo con forza questi provvedimenti e anzi, diciamo da sempre che il tema dell’evasione fiscale va affrontato inasprendo i controlli e le sanzioni nei confronti degli evasori, evitando i condoni e l’introduzione di una tassa piatta che favorisce solo i redditi alti e colpisce ancora una volta i redditi da lavoro e da pensione».

Ultimo aggiornamento: 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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