SAN DONÀ - Parcheggio selvaggio sotto casa, si improvvisa vigile fai da te.
MULTATO
Il proprietario della Jeep credendo di essere stato multato si è recato in caserma della Polizia locale. Al comando si sono accorti subito che non si trattava dello stesso tipo di carta usata dagli agenti di San Donà. In realtà era una fotocopia contraffatta di un avviso di sosta del 2018. L'originale, infatti, era una multa inflitta ad una trentenne residente nella stessa zona, estranea alla vicenda. Quest'ultima tre anni fa non aveva mai trovato l'avviso sulla propria auto, anche se aveva comunque pagato la contravvenzione, dopo che le era stata notificata a casa. Il vigile fai da te ha alterato il documento, cancellando i riferimenti dell'auto della trentenne con il bianchetto, facendo una fotocopia della multa della stessa dimensione d'originale. Appena si è reso conto del parcheggio selvaggio ha compilato la finta multa con precisione in tutti gli estremi: targa e tipo di veicolo, orario dell'infrazione, persino il numero di matricola e una falsa firma e dell'agente che avrebbe compiuto l'accertamento. A penna ha indicato gli importi da pagare: 41 euro, ridotta a 28,70 se pagata entro cinque giorni.
IDENTIFICATO
Il vigilie fai da te è stato identificato grazie ai filmati delle telecamere di videosorveglianza che lo hanno ripreso mentre posizionava la multa sul parabrezza dell'auto. Un blitz di pochi minuti. Una volta convocato al comando all'inizio ha tergiversato ma poi ha ammesso la sua responsabilità. Ha precisato che non intendeva commettere una truffa, quanto piuttosto punire il comportamento di chi aveva parcheggiato in modo scorretto. «Si tratta di un'azione contraria a quanto prevede la legge commenta l'assessore alla Sicurezza Walter Codognotto dispiace per la frustrazione del cittadino in questione che avrebbe fatto bene a chiamare i vigili. Anche per queste infrazioni si raccomanda di rivolgersi sempre alle forze dell'ordine, le sole autorizzare a mettere multe». Per il privato che falsifica un atto pubblico la pena va da otto mesi a quattro anni, a meno che il giudice ritenga che si tratti di un reato impossibile in quanto la fotocopia sia ritenuta un falso grossolano, nel qual caso la questione potrebbe essere archiviata, concludendo la vicenda con un finale leggero.