VENEZIA - Un'ordinanza per limitare (anche se non troppo) l'orario delle tante attività - take away, alimentari, bar e ristoranti - che alimentano una movida sempre più molesta nei luoghi del divertimento alcolico in laguna: Santa Margherita, Rialto e gli Ormesini. Ci stanno lavorando a Ca' Farsetti. La bozza è praticamente pronta, ma ci sarebbe ancora qualche dubbio sugli orari da imporre per la chiusura dei locali. Si ipotizzano le 23 per take away e alimentari, le 2 di notte per bar e ristoranti.
LE RAGIONI DEI RESIDENTI
Tosi si è presa a cuore la questione. «In questi fine settimana sono andata in sopralluogo a Santa Margherita - riferisce - Una prima volta dalle 18 alle 20. Poi, su richiesta degli abitanti, dalle 20 all'una di notte. E devo dire che c'è tanta confusione. Hanno ragione: non si può dormire!». Presidi e controlli delle forze dell'ordine, ormai da un paio di settimane, producono multe e verbali a locali e frequentatori del campo. Ma anche ieri mattina, nelle calli tutt'intorno Santa Margherita, l'odore d'urina testimoniava la notte di bagordi. Ed ecco le altre iniziative a cui sta lavorando l'amministrazione, sul fronte della sensibilizzazione e delle chiusure. «Stiamo predisponendo un volantino per commercianti e avventori sulle regole in vigore - continua Tosi -. Nessuno potrà più dire che non sapeva del divieto di vendere alcolici d'asporto dopo le 21, del fatto che i locali devono brandizzare la merce o pulire gli spazi esterni... Regole che avevo votato, da consigliera comunale, nel 2018 e che non vogliano restino più lettera morta».
LIMITI E CONFLITTIA
ltro tema spinoso quello dei limiti d'orario nelle zone della movida. «Stiamo decidendo - precisa Tosi - ma l'idea è di chiudere alle 23 take away e alimentari: sono i locali che attirano la gente che fa più confusione. Bar e ristoranti, più tranquilli, possono arrivare alle 2». Orari concordati con Costalonga: «Mi sembrano limiti sensati». Sul fatto che gli abitanti avrebbero preferito anticipare la chiusura delle 2, è categorico, così come nel difendersi dall'accusa di conflitto d'interessi. «Una chiusura alle 24 non ha alcun senso, significa far chiudere le attività. Lo aveva fatto la Giunta Orsoni, ma perse al Tar. E noi locali ci siamo autoregolamentati per chiudere alle 2 di notte, assumendo anche dei vigilantes. Poi c'è qualcuno che non ci sta e va avanti anche fino alle 5 di notte. Ma allora arriveranno i controlli». Costalonga precisa di essere socio di capitale del bar Orange, gestito dal fratello. «Non faccio nulla per favorire la mia attività. Le regole ci sono, vanno rispettate. Non c'è conflitto di interessi. Altrimenti chi ha un'attività non può fare l'assessore».