VENEZIA - Stretta sull'alcool in arrivo a San Margherita e negli altri luoghi della movida molesta a Venezia.
LIMITI E CONTROLLI
Tosi resta convinta anche dell'utilità di una nuova ordinanza allo studio per imporre una chiusura tra le 23 e le 24 a take away e alimentari, tra l'una e le 2 a bar e ristoranti. Orari in via di definizione per una sperimentazione da estendere a tutte le zone calde della città: Santa Margherita, Rialto Ormesini. «La bozza è pronta, l'ho condivisa con il collega al commercio, Sebastiano Costalonga, e anche con alcune associazioni di categoria» spiega l'assessore. In realtà, in questi giorni, molti si sono detti perplessi su questa misura. Il Tar potrebbe annullarla, come era già accaduto in passato. «L'ordinanza la deve firmare il sindaco, a lui spetta l'ultima parola - precisa Tosi -. Mi fido della sua esperienza. Da parte mia, ho visto quanto disagio patiscono gli abitanti. E credo di aver capito che il problema maggiore sia rappresentato dai locali da asporto. Bar e ristoranti danno meno fastidio, a parte due o tre casi. Ma quelli li terremo sotto controllo, ne ho preso nota. I recenti controlli stanno già dando qualche risultato». Altro obiettivo dell'assessore, quello di trovare spazi alternativi per i giovani e la vita notturna, che non disturbino la residenza. «Ho in programma un sopralluogo in spazi vicino al porto che potrebbero fare il caso nostro».
IL PROLIFERARE DEI LOCALI
Tema complesso, questo della convivenza tra esigenze diverse, che si intreccia a quello della sicurezza, visto l'aumento di fenomeni di spaccio e violenza, ma anche a quello più generale di una Venezia ridotta a parco divertimenti, dove di moltiplicano i locali, ma si perdono gli abitanti. Santa Margherita ne è un esempio eclatante con i suoi 30 locali, che superano la cinquantina sommando anche quelli di San Barnaba e San Pantalon. E altri ne arriveranno, ad esempio negli spazi dell'ex banca. Un aumento progressivo, nonostante l'ultimo regolamento per le attività di somministrazione di alimenti e bevande che nel 2018 avevano imposto un blocco delle aperture per zone. Inapplicato? Aggirato? Se ne parlerà a breve in Consiglio comunale. Il consigliere di Tera e acqua, Marco Gasparinetti, ne aveva infatti chiesto conto all'assessore al commercio in una interrogazione del mese scorso rimasta senza risposta. «A questo punto chiederò la discussione in Consiglio - riferisce Gasparinetti - Sono tante le attività che hanno aperto, spesso gestite da persone che arrivano da fuori, giovani con capitali importanti. Ci sono tanti interrogativi da farsi».