Moto ondoso, pronta la mappa dei danni causati dalla velocità dei natanti

Italia Nostra e Gruppo 25 Aprile denunciano l'affollamento di natanti. La consigliera Onisto: «Scriverò a Salvini»

Sabato 19 Novembre 2022 di Lorenzo Miozzo
Moto ondoso, pronta la mappa dei danni causati dalla velocità
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VENEZIA - Le rive dei canali e le fondazioni dei palazzi veneziani sono sempre più danneggiate dal moto ondoso causato dalle numerose imbarcazioni che girano quotidianamente in laguna. È una situazione delicata, che sta particolarmente a cuore a Italia Nostra e al Gruppo 25 Aprile, che hanno organizzato ieri a Ca' Bollani Erizzo una conferenza in cui si è discusso il problema a 360 gradi.

All'incontro, tra gli altri, sono intervenuti Aline Cendon, presidente del Gruppo 25 Aprile, Emanuela Vassallo, presidente Italia Nostra sezione di Venezia, Luigi D'Alpaos, docente di Ingegneria civile edile e ambientale all'Università di Padova, e Deborah Onisto, presidente della IV Commissione consiliare.

 



LA DOCUMENTAZIONE
La novità che si è voluta presentare è costituita da due lavori che verranno presto resi pubblici: un filmato composto dal montaggio di alcune sequenze registrate da cittadini e lavoratori veneziani con lo scopo di mostrare l'intenso traffico nei canali secondari e una mappa interattiva che elenca i punti specifici in cui sono stati segnalati danni causati dal moto ondoso, mostrandone le foto e spiegandone l'entità. Una volta resa pubblica, inoltre, questa mappa potrà essere continuamente integrata dalle nuove segnalazioni di chiunque dovesse avvistare ulteriori situazioni critiche.
«La forma dello scafo, i dispositivi di propulsione e altri fattori influiscono sul moto ondoso, ma è la velocità di navigazione ad essere decisiva e se vogliamo limitare con un provvedimento immediato gli effetti negativi del moto ondoso dobbiamo intervenire su questo parametro fondamentale, visto che gli esperimenti condotti sul campo e in laboratorio lo hanno dimostrato in modo inequivocabile», ha spiegato il professor D'Alpaos. «La velocità influisce sull'altezza e quindi sull'energia trasportata dalle onde, che è proporzionale al cubo. Bisogna imporre un limite di velocità e poi farlo rispettare con delle sanzioni. Bisogna che la politica abbia la volontà di intervenire. È evidente che ci saranno delle proteste, ma dobbiamo andare in questa direzione se vogliamo davvero salvaguardare la laguna», ha concluso.

IL NODO DEI CONTROLLI
Anche partendo da un'analisi scientifica, quindi, sembra che la soluzione non stia tanto nell'attivarsi per modificare le caratteristiche tecniche delle imbarcazioni, quanto soprattutto nella predisposizione di una serie di controlli per non far superare il limite massimo di velocità. Su questo concorda anche Deborah Onisto, che ha però evidenziato le difficoltà che si manifestano nel tentativo di predisporre una normativa di controllo e sanzione più stringente: «Il sistema sanzionatorio è un intervento nazionale che la città di Venezia aspetta. È vero che già semplicemente predisporre dei presidi in laguna serve da deterrente, ma non è sufficiente». È risultato così necessario, ha aggiunto, appellarsi agli organi politici competenti sia a livello locale che nazionale: «Faremo un documento per il sindaco e la giunta e scriverò anche una lettera aperta al ministro Salvini».

 

Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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