VENEZIA - Una Venezia, più precisamente una HyperVenezia, sospesa tra veridicità e inverosimiglianza. È il Venice Urban Photo Project di Mario Peliti, iniziato nel 2006 ma che si protrarrà fino al 2030. Una vera e propria rilettura del centro storico, non a caso sintetizzato nella sua configurazione a forma di pesce in una mappa che rimanda a quella celeberrima di Jacopo de' Barberi. È la mostra in programma dal 5 settembre al 9 gennaio 2022 a Palazzo Grassi.
IL RISVOLTO
C'è però anche il risvolto negativo. Lo sottolinea Peliti. La prima volta che venne a Venezia nel 1974 la città annoverava 120.000 abitanti. Adesso è ridotta a 54.000. Una presenza rarefatta, anzi del tutto annullata visto che per scelta non viene rappresentata la figura umana. L'altra caratteristica è che non ci sono ombre, che distolgano lo sguardo. Vis-à-vis all'oggetto rappresentato. E tutto rigorosamente in bianco e nero. Per un complesso (per ora) di 12.000 immagini. Che già vengono a costituire il primo passo per la costituzione di un archivio, il Venice Urban Photo Project a cui concorrono anche l'Istituto centrale per il catalogo e la competente Sovrintendenza veneziana. Il percorso è lineare a suggerire l'idea di una passeggiata, ognuno con i suoi tempi di percorrenza, libero di fermarsi o di accelerare; di proiettarsi in avanti o di ritornare indietro. Il tutto sublimato nella proiezione delle immagini in tre schermi, accompagnate da musiche originali di Nicolas Godin. Avvolti da questo contesto ipnotico, nella dimensione dell'ascolto.
LE IMMAGINI
Pochi i monumenti, ripresi in una prospettiva insolita, spiazzante. La Fenice vista dal retro. Palazzo Ducale di scorcio. Come del resto la stessa Basilica. Privilegiati i campielli minori, più nascosti. Anche l'Arsenale è ripreso prevalentemente nei suoi aspetti di degrado in un'immagine recente, di quest'anno. Come del 2021 sono le foto riferite al cimitero. Sembra una Venezia sospesa nel tempo, invece è di grande attualità. C'è anche attenzione per il suo versante contemporaneo come il mercato del pesce al Tronchetto o gli edifici del Novecento nei pressi di piazzale Roma. O i cantieri navali alla Giudecca. Con un omaggio, peraltro, all'Hotel Cipriani, e alla vicina sede della Guardia di Finanza. Da notare anche la grande sensibilità rispetto agli alloggi, specie quelli più periferici come le case di recente costruzione nelle vicinanze dl canale di Cannaregio o all'isola della Giudecca. A riprova che l'assenza della figura umana non significa la rimozione del problema dell'insediamento dei suoi abitanti. A cura di Matthieu Humery. Catalogo Marsilio