«Le prenotazioni? Un disastro». Le scuse della Biennale

Martedì 7 Settembre 2021 di Alda Vanzan
«Le prenotazioni? Un disastro». Le scuse della Biennale
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VENEZIA - Il sistema delle prenotazioni? «Un disastro», esclama il direttore della Mostra del cinema di Venezia, Alberto Barbera.

Il presidente della Biennale Roberto Cicutto, che peraltro già si era scusato, borbotta. Barbera insiste: «Ho passato i primi tre giorni a farmi insultare dagli accreditati che non potevano prenotare i posti in sala. Disastro è un termine adeguato».


Venezia78 al giro di boa, primo bilancio di un festival che, come l'anno scorso, è ancora in piena pandemia e che stavolta ha dovuto fare i conti, oltre che con il distanziamento, il dimezzamento dei posti, le mascherine, il muro sul red carpet, anche con il Green pass e i tamponi per i non vaccinati. Eppure, l'unico problema è arrivato dalla piattaforma Boxol. «C'è stato un assalto alla diligenza, circa 500 domande giunte contemporaneamente, soprattutto dagli accreditati Industry e Press. Ce ne scusiamo», dice Cicutto che conferma per il prossimo anno l'obbligatorietà della prenotazione, ma fa capire di aver già dato una strigliata ai tecnici: «I nostri partner dovranno migliorare». Barbera rincara: «Il malfunzionamento del sistema di prenotazione dei posti è stata l'unica sorpresa negativa di questo festival, l'anno scorso non aveva dato problemi». Le cause? Problemi tecnici, dicono, ma soprattutto il combinato disposto dell'aumento degli accreditati (9.800 quando l'anno scorso era tremila in meno) e 3mila poltrone mancanti in virtù della riduzione del 50% della capienza imposta dalle misure anti-Covid. È vero che la Biennale ha recuperato mille seggiole in più rispetto al 2020, ma in sale non frequentate dagli accreditati (l'Arena all'aperto al Lido, il teatro all'Arsenale, i cinema in centro storico e a Mestre). E sulla capienza rimasta dimezzata nonostante il Green pass, Barbera si infuria: «Non si capisce per quale motivo si possa andare al ristorante e viaggiare a capienza piena su treni e aerei, ma al cinema sia rimasto il 50%. Perché? Non l'hanno ancora spiegato».


Altra lamentela: le code ai varchi causate dai minuziosi controlli con la conseguenza di far entrate gli spettatori in sala a proiezioni già iniziate. Barbera: «Dopo ripetute proteste alle autorità preposte siamo riusciti ad avere una velocizzazione».


DITA INCROCIATE

Come riferito ieri dal Gazzettino, Venezia78 - almeno per quanto riguarda la Cittadella del cinema - non ha registrato contagi. «Incrociamo le dita», sospira Cicutto. Ai 1.500 tamponi eseguiti fino sabato se ne sono aggiunti 500 nella giornata di domenica. E ai 5 falsi positivi dei giorni scorsi, ieri si è aggiunto un sesto caso di positività al coronavirus riscontrato con test rapido antigenico: ora si attende il controllo col tampone molecolare.


I NUMERI

Alcuni numeri per capire come Venezia78, pur non tornando ai livelli pre-Covid, abbia segnato una netta ripresa rispetto all'anno scorso. Biglietti venduti al pubblico 23.713 (13.162 nel 2020, 28.741 a fine Mostra nel 2019); abbonamenti venduti 676 (281 nel 2020, 1.278 nel 2019); giornalisti italiani 1.175 (869 nel 2020 e 1.823 nel 2019), stranieri 700 (444 nel 2020 e 1.013 nel 2019).


I PROGETTI

Quest'anno la sorpresa per gli accreditati sono stati i nuovi ascensori nel Palazzo del Casinò. Per il 2022 i programmi sono: rifacimento della Sala Perla al Casinò; nuova sala cinematografica al terzo piano del Casinò (già Sala Perla 2) che passerebbe da 280 a 500/600 posti, nuova sala conferenze stampa al Casinò. In più c'è allo studio l'ipotesi di una nuova struttura temporanea, cioè un altro cubo rosso. L'anno prossimo, poi, accreditati e pubblico dovranno rispettare un protocollo nell'ambito del progetto per la neutralità carbonica. Un esempio? Niente bottiglie di plastica.


TOTOLEONI

Indiscrezioni sul toto Leoni? «Dalla giuria di Bong Joon-ho non filtra nulla, è un fortino chiuso», si limita a dire Barbera. Cicutto strappa la risata: «Ma soprattutto parlano tutti in coreano e non usano interpreti».

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