Mose, verifiche della guardia di finanza: non tornano i conti di Comar

Lunedì 2 Novembre 2020 di Raffaella Vittadello
Il Mose in funzione

VENEZIA - La Guardia di Finanza in sede del Consorzio Venezia Nuova per far luce - per l’ennesima volta - sulle attività della Comar (Costruzioni Mose Arsenale Spa) di proprietà di Fincosit, Mantovani e Ccc Condotte, società nata nel 2009 per la gestione delle gare di appalto all’interno del Consorzio Venezia Nuova e commissariata nel 2016. Nei giorni scorsi gli uomini del nucleo tributario hanno prelevato dei documenti, messi a disposizione con grande solerzia dai dipendenti.
Secondo il commissario straordinario Giuseppe Fiengo si tratterebbe di un’indagine «di routine, sulle concessioni, simile a quelle che sono state avviate in tutta Italia, come ad esempio sulle autostrade». Ma non è l’unico motivo per cui i finanzieri hanno fatto visita all’Arsenale. Sotto tiro anche il presunto danno erariale a proposito della lunata del Lido, danneggiata dalla mareggiata del 2015. Anche qui un’indagine che risale a parecchio tempo fa, incentrata sulla necessità di stabilire i motivi per cui il manufatto ha ceduto: errore di progettazione, cattiva esecuzione, evento fortuito o un pizzico di tutti e tre.
LA CONTABILITA’
In ogni caso è sulla parte della contabilità relativa a Comar che si è incagliato il bilancio del Consorzio Venezia Nuova, tanto che la società di revisione non l’ha certificato. Si tratta del consuntivo del 2019, appena depositato alla Camera di Commercio, che reca una relazione degli amministratori in cui si tiene conto anche delle vicissitudini dell’anno in corso.
L’organismo di vigilanza del Cvn stesso si è guardato bene dall’esprimere un giudizio di merito sul documento contabile. Il Cvn detiene un credito di 50 milioni nei confronti di Comar, che sono stati svalutati per circa il 75 per cento. Che di per sè sembra una percentuale alta, ma trattandosi di cifre molto alte la quantità di denaro è comunque ragguardevole. 
Si tratta di crediti, infatti, che difficilmente potranno essere riscossi dal Consorzio: CCC Condotte è in amministrazione straordinaria, mentre Mantovani e Fincosit sono in concordato preventivo e dunque potrebbero essere pagati in moneta fallimentare.
«Sulla base di cosa sono state inserite a bilancio quelle cifre - si chiede il presidente di Kostruttiva Devis Rizzo, che prosegue - se non sono stati omologati o resi noti i piani straordinari? Si tratta di importi senza fondamento».
GRAVI CARENZE
Ma il problema, evidentemente, sta a monte. Perchè in totale, come si legge nella nota al bilancio, i crediti di Comar ammonterebbero a 50 milioni, legati ad aumenti dei progetti originari degli impianti “che presentavano gravi carenze”, per cui è stato necessario adeguare gli importi a quanto effettivamente assegnato a seguito degli affidamenti mediante procedura di gara”. La somma è stata provvisoriamente riconosciuta e anticipata dal Provveditorato al Consorzio, in attesa dell’individuazione delle responsabilità.
E il Consorzio le ha girate a Comar. «Si poteva bypassare Comar - prosegue Rizzo - considerato il commissariamento e le varie successive diffide che erano state fatte». Di fatto i progetti per gli impianti, carenti in una fase iniziale, sono stati rivisti. E ora andranno in conto al Provveditorato per una cifra intorno ai 40 milioni.
E tra opere contestate, mal eseguite, errori di progettazioni e ripristini, la fase dei contenziosi non si esaurirà di sicuro alla consegna della grande opera.

Ultimo aggiornamento: 09:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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