Mose e Consorzio, l'ultimo pasticcio: «Siamo alla paralisi»

Giovedì 8 Novembre 2018 di Maurizio Dianese
Mose e Consorzio, l'ultimo pasticcio: «Siamo alla paralisi»
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La corsa è iniziata da un bel po', ma è adesso che ha avuto una accelerazione, grazie all'acqua alta eccezionale dei giorni scorsi. E sono ore febbrili per definire i nuovi assetti degli organismi che sovrintendono il Mose, il sistema di dighe mobili per la salvaguardia di Venezia, e per chi vuol entrare nel ricchissimo business della gestione del Mose. 
Però c'è un granello di sabbia che può inceppare il meccanismo. Si tratta dell'articolo 13 dello Statuto del Consorzio Venezia Nuova, l'organismo che ha la concessione per la costruzione del Mose, approvato nel 2013. Quell'articolo recita testualmente: «La messa in liquidazione ordinaria o speciale, l'apertura di procedura concordata anche stragiudiziale, di amministrazione controllata, di fallimento, una volta accertata dal Consiglio Direttivo, comportano di diritto l'esclusione del Consorziato cui si riferiscono». In base a questo articolo il Consorzio dovrebbe essere già stato sciolto e si sarebbe già dovuto avviare la procedura per un nuovo appalto per concludere le opere del Mose - visto che ben 6 grandi aziende, da Condotte a Mantovani, sono in grave crisi e oggetto di procedure giudiziali e dunque in base all'articolo 13 non potrebbero più stare dentro il Consorzio. Di sane coinvolte lo stesso nello scandalo Mose, ma economicamente solide - sono rimaste solo le piccole, che potrebbero tra l'altro essere chiamate a rispondere di eventuali danni, dal momento che le grosse non hanno soldi in cassa.
LA MOSSAChi è parso rendersi conto di tutto questo e si è mosso è il Provveditore interregionale per le opere pubbliche ex Magistrato alle acque Roberto Linetti. Ormai prossimo alla pensione, par di capire che l'ingegner Linetti non vedrebbe male un suo re-impiego come Commissario straordinario del Mose, ma per ottenere questo risultato deve disinnescare la bomba dell'articolo. 13. Ecco perché, in una lettera inviata al Ministero delle Infrastrutture e rimasta infatti segreta - Linetti avanza l'ipotesi di fare un accordo, pagando subito le ditte, che praticamente chiuda i contenziosi, «in modo da impedire scrive nella lettera - ciò che sta attualmente accadendo, cioè la disgregazione dei principali soggetti e il permanere nella compagine consortile delle sole bad companies, alle quali, peraltro, sarebbe impossibile chiedere eventuali risarcimenti in caso di malfunzionamenti e difetti»
Linetti cioè si rende conto che, oggi, il Consorzio Venezia Nuova è una scatola vuota perché non ci sono più ditte in grado di operare e di pagare eventuali danni. Linetti fa anche i conti e avverte il Ministero che il Mose fino ad oggi è costato 5 miliardi 493 milioni di euro. Ci vogliono almeno 300 milioni per finirlo e dunque il conto finale si aggirerà sui 6 miliardi di euro. 
I COSTIMa questo è niente in confronto a quello che riuscirà a guadagnare chi riuscirà ad assicurarsi la manutenzione e la gestione del Mose. Si tratta di 95-100 milioni di euro all'anno la stima è sempre di Linetti - in teoria per i prossimi 100 anni, tanto dovrebbe durare il Mose, stando al progetto: 10 miliardi in totale dunque. Dalla lettera di Linetti al ministero si capisce anche che non corre buon sangue tra Linetti e i Commissari straordinari del Mose. «Oggi si assiste ad una sorta di paralisi da parte del soggetto tecnico operativo incaricato di realizzare l'opera per conto dello Stato, il Consorzio Venezia Nuova», scrive Linetti al ministero. 
Ma il de profundis sul Consorzio serve a Linetti per delineare il futuro. Che lui vede così: «Il Consorzio Venezia Nuova potrebbe mantenere la figura degli amministratori straordinari per gestire il passato, incluso il completamento del Mose, mentre il Provveditore potrebbe svolgere anche la funzione di Commissario straordinario per l'avviamento» Nella lettera di Linetti al Ministero sono anche descritti tutti i possibili passaggi successivi, a cominciare dall'assorbimento dei dipendenti del Consorzio Venezia Nuova 100-150 persone - fino al «pagamento alle imprese dei lavori svolti», pagamento che dovrebbe chiudere i contenziosi in via extragiudiziale.
Peccato che dietro l'angolo ci siano altri contenziosi anche per gli ultimi lavori fatti. Non solo. Ci sono da riparare i guasti. Compresi quelli che era possibile evitare. Ad esempio si poteva evitare di mettere in acqua le paratoie, ben sapendo che non c'erano gli impianti per azionarle e che, lasciandole sul fondo, avrebbero avuto un sacco di problemi. E invece il Commissario straordinario Francesco Ossola ha deciso che andavano messe giù lo stesso. Così come adesso si è pensato di spendere 4 milioni e mezzo di euro per costruire degli impianti provvisori per l'azionamento delle paratoie, all'unico scopo di fare uno spot pubblicitario del Mose visto che poi quegli impianti si sa già che bisognerà smantellarli costo 2 milioni di euro per mettere in funzione quelli definitivi. E' vero che soldi in cassa anzi su carta in teoria ce ne sono, ma il costo complessivo dell'opera intanto continua a lievitare e per adesso non se ne vede la fine. Come minimo si va al 2021. Articolo 13 dello Statuto permettendo.
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