Mose di Venezia, troppi debiti il Cvn chiede sconti e chiude Roma

Sabato 8 Maggio 2021 di Raffaella Vittadello
Mose di Venezia, troppi debiti il Cvn chiede sconti e chiude Roma

VENEZIA - Il Consorzio Venezia Nuova non solo non è più in grado di pagare le imprese del Mose per una ventina di milioni, ma ha spedito in questi giorni oltre 400 lettere via Posta certificata, attraverso lo studio legale Ambrosini, per ristrutturare il debito.

Vale a dire per chiedere uno sconto alle aziende che hanno prestato la loro opera per la costruzione e il funzionamento del Mose. Il commissario liquidatore Massimo Miani ha la complicata missione di chiudere l'esperienza del Cvn, legata tra l'altro al completamento della grande opera, con l'incarico di mettere ordine nei conti. E per farlo deve ottenere il più possibile: in questa direzione va inquadrata la richiesta alle imprese di accettare entro un determinato periodo di tempo, che va dai 12 ai 18 mesi, una riduzione cospicua dei crediti che vantano nei confronti del Cvn. In sostanza di rinunciare a oltre la metà del proprio debito. Una scelta obbligata che parte da un passivo di circa 200 milioni nei conti del Cvn e che impone tagli a tutti i livelli. Non a caso nei giorni scorsi è stata decisa anche la chiusura della sede del Consorzio a Roma, con il licenziamento dei cinque dipendenti: uffici ormai da tempo inutili, utilizzati soprattutto dagli amministratori straordinari che hanno guidato fino a alcuni mesi fa il Consorzio.


LO STALLO
I cantieri alle bocche di porto sono fermi da tempo, in attesa del cronoprogramma che dovrebbe essere redatto dal commissario Spitz. Il Cipe che dovrebbe rendere finalmente disponibili i 538 milioni è slittato di qualche settimana e le imprese sono preoccupate. Qualcuna si è rivolta al giudice con la speranza di ottenere un decreto ingiuntivo, ma le udienze sono state fissate per l'autunno. Qualche azienda ha tentato di bypassare il Consorzio, andando a batter cassa direttamente al Provveditorato, nel tentativo di ottenere quanto meno i rimborsi per servizi resi. Ma c'è una grande riluttanza, da parte dell'ex Magistrato alle Acque, nel pagare direttamente le aziende: si tratta di una procedura che ha dei vincoli molto stringenti, consentita solo in rari casi. L'alternativa sarebbe quella di pagare il Consorzio con un vincolo di destinazione ben preciso, in modo che il Consorzio giri poi la somma all'azienda creditrice. Ma è anche capitato, in passato, che alcuni pagamenti mirati per alcuni acquisti siano stati poi destinati ad altre partite, con il danno per il Provveditorato di doversi rivolgere altrove per ottenere quanto pattuito. Inoltre le aziende sarebbero state diffidate dal Consorzio dal rivolgersi direttamente al Provveditorato.


IL FUTURO
E c'è chi, tra le aziende, non sa più come regolarsi. Ad esempio le ditte che si occupano dei servizi di guardiania. Continueranno a rendere la propria prestazione sapendo che il pagamento che riceveranno sarà meno della metà di quanto previsto dal contratto? O si dedicheranno a commesse più sicure? Eppure si tratta di un'opera giudicata strategica per l'interesse nazionale, per la quale sono state studiate tecnologie di cyberprotezione dei dati da film di fantascienza, salvo poi correre il rischio di lasciare i cantieri non presidiati.
Sull'argomento è intervenuta anche la senatrice pentastellata Orietta Vanin: «Apprendo che è stato comunicato alle imprese consorziate l'imminente costituzione di un tavolo tecnico per la verifica dei crediti/debiti delle stesse consorziate. Si paventa una totale immobilità dell'attività lavorativa presso i cantieri del Mose acclarata dalla certezza che nessuna impresa continuerà a lavorare a fronte di un corrispettivo di solo il 30%. Quindi la situazione di stallo che vi era 2 anni fa ad oggi si è ulteriormente aggravata con l'aumento dei debiti del Consorzio Venezia Nuova. I fatti dimostrano che le nomine non hanno garantito gli obiettivi prefissati. Né per la manutenzione ordinaria del Mose, il fine lavori e relativo collaudo, e in spregio alla città di Venezia, nemmeno la messa in sicurezza della Basilica di San Marco e della piazza».

Ultimo aggiornamento: 10:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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