Mose, ora arriva lo stop al capannone in Arsenale

Martedì 25 Settembre 2018 di Michele Fullin
Mose, ora arriva lo stop al capannone in Arsenale
VENEZIA - Lo stop formale è di questi giorni. Il cantiere all'Arsenale dove la Mantovani intendeva realizzare il capannone per la manutenzione delle paratoie del Mose si ferma in attesa che il Provveditorato alle opere pubbliche del Triveneto decida, sulla base di una nuova analisi costi-benefici, se mantenere qui la futura fabbrica del Mose o trasferirla nell'ex area Pagnan di Porto Marghera. Un'area che negli ultimi 15 anni, lo Stato ha sistemato e infrastrutturato.

Una scelta che il provveditore Roberto Linetti aveva preannunciato nella recente audizione in commissione  Ambiente della Camera. In quell'occasione aveva spiegato che il ripensamento sulla scelta dell'Arsenale era legato al fatto che l'ex area Pagnan - acquistata a suo tempo dal Consorzio Venezia Nuova proprio per la manutenzione del Mose, ipotesi poi scartata - ora è passata alla Stato. Quindi diventa una scelta economicamente sostenibile, almeno da riprendere in considerazione.
POCHI LAVORIAi deputati Linetti aveva anche sottolineato che all'Arsenale il cantiere non è ancora entrato nel vivo. Quindi un eventuale cambio di sito è ancora fattibile. E infatti, su un'operazione da diverse decine di milioni, i lavori eseguiti finora ammontano a circa 100mila euro. Gli operai si sono limitati a completare la bonifica degli ordigni bellici e a poco altro. Questo in nove mesi di lavoro, dopo che per riassegnare questo intervento alla Mantovani, che minacciava licenziamenti, c'era voluta una lunga trattativa mediata dalla Prefettura.
ANALISI COSTI-BENEFICIOra l'obiettivo del Provveditorato è quello di concludere l'analisi costi-benefici in tempi brevi. Gli uffici sono già al lavoro per far ripartire il cantiere al più presto, all'Arsenale o a Marghera. Contro la creazione di un cantiere pesante, come quello della manutenzione delle paratoie, in un ambiente delicato come l'Arsenale, si erano mosse numerose associazioni, da Italia Nostra al Forum dell'Arsenale. A favore di una soluzione a Marghera si erano pronunciati da tempo anche i Cinque stelle veneziani, che ora possono contare sul loro ministro Danilo Toninelli. A suo tempo il Comune aveva sposato la scelta dell'Arsenale, anche per i risvolti occupazionali: un centinaio di posti di lavoro e il ritorno di un'attività produttiva. 
L'INTERPELLANZAOra a chiedere chiarezza su questa nuova analisi costi-benefici è il deputato Pd, Nicola Pellicani, che ha dedicato al tema una nuova interpellanza. Il deputato veneziano chiede se il Provveditore ha già provveduto a nominare una commissione di verifica costi-benefici, sulla base di quali criteri sarà scelta e se verrà valutato anche l'eventuale impatto sul traffico mercantile lungo i canali portuali e se è stato già fissato un limite temporale entro il quale la commissione sarà in grado di fornire ufficialmente una imparziale relazione tecnica.
I LAVORICi sono opere da appaltare per 560 milioni e i commissari del Consorzio stanno valutando se le società più grandi (Mantovani, Condotte e Fincosit) siano in grado di proseguire oppure no. Questo sulla scorta dello Statuto, che prevede nel caso di procedure concorsuali o cambio di proprietà aziendale l'esclusione. Anche in questo caso, la decisione dovrebbe arrivare in tempi relativamente brevi, per non compromettere la prosecuzione dei lavori e l'esecuzione delle opere di impiantistica, per le quali tra l'altro non è necessario l'intervento delle tre big, che sono imprese di costruzioni.
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