Venezia, la proposta di Stefania Craxi: «Date al Mose il nome di Gianni De Michelis. Fu lui a difenderlo, è stato un profeta»

Mercoledì 30 Novembre 2022 di Roberta Brunetti
Venezia, la proposta di Stefania Craxi: «Date al Mose il nome di Gianni De Michelis. Fu lui a difenderlo, è stato un profeta»
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VENEZIA - È passata giusto una settimana da quando il Mose, attivo ormai da tre anni, ha fronteggiato la sua marea più impegnativa, evitando a Venezia quella che poteva essere la terza acqua alta di sempre: oltre 170 centimetri d’acqua, che avrebbero semi sommerso la città con danni ingenti. Ed ecco che arriva la proposta-provocazione: intitolare l’opera – non ancora finita, ma finalmente funzionante, dopo decenni di discussioni infinite, lavori a singhiozzo e strapagati, culminati nello scandalo delle tangenti - a uno dei politici veneziani che più l’aveva perorata, fin dai suoi albori, Gianni De Michelis. Il doge di Venezia, come veniva chiamato negli anni ‘80, politico di razza, più volte ministro prima di essere travolto, come tanti colleghi della prima Repubblica, da Tangentopoli. Ora a proporre l’intitolazione a De Michelis, scomparso nel 2019, dopo anni di oblio dalla scena pubblica, è Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia, presidente della commissione affari esteri e difesa del Senato, ma soprattutto fiera figlia di Bettino Craxi, a cui De Michelis fu sempre vicino. Quasi un moto di orgoglio da ex socialisti, che prende le forme di una lettera aperta. Stefania Craxi la indirizza direttamente al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

L’OCCASIONE

L’occasione sono le ultime acque alte evitate dal Mose.

Quella eccezionale di martedì, a cui ne sono seguite altre tre. Giorni in cui tutti «hanno potuto apprezzare l’utilità del Mose, un’opera osteggiata per motivi ideologici fin dal momento della sua ideazione» scrive ora Craxi, sottolineando la «normalità» vissuta in questi giorni da uno dei luoghi più belli al mondo. «Certamente tutto questo non accadeva spesso a novembre, prima che il Modulo sperimentale elettromeccanico, il cui acronimo ricorda il profeta che separava le acque, entrasse in funzione. Tuttavia, se c’è stato un profeta che si è battuto per convincere il popolo scettico e recalcitrante che si potessero separare le acque anche a Venezia, questi è stato Gianni De Michelis - continua Craxi -. Fra le tante intuizioni di quel lagunare un po’ chimico e molto politico c’è stato infatti proprio il Mose, che iniziò a prendere forma esattamente trentotto anni fa, con la legge 29 novembre 1984 n. 798, dando il via alla creazione di un Consorzio (Venezia nuova) con l’incarico di progettare un sistema di dighe mobili idonee a bloccare le maree eccezionali che sommergevano la città. Una legge voluta e difesa dall’allora ministro delle partecipazioni statali, il veneziano De Michelis».

LA PROPOSTA PROVOCAZIONE

Questa la ricostruzione di Craxi che poi ricorda come proprio in questi giorni, il 26 novembre, De Michelis avrebbe compiuto 82 anni. «Nessuno può negare il suo indiscutibile contributo alla crescita di Venezia, al progresso dell’Italia e dell’Europa - insiste rivolgendosi direttamente al sindaco - Ecco perché le propongo di intitolare il Mose a Gianni De Michelis, un uomo dall’intelligenza davvero visionaria». Proposta destinata a far discutere. Vedremo cosa dirà Brugnaro. Inevitabile qualche polemica. Già in questi giorni, dopo la prima prova difficile per il Mose, in città si era riacceso un certo dibattito tra il vecchio fronte del no e quello del si. Ora la proposta-provocazione di intitolare l’opera a Gianni De Michelis costringerà a una riflessione non facile sulla storia della salvaguardia degli ultimi decenni. Le ombre non mancano, a cominciare dal giro di tangenti generato proprio da quel Consorzio Venezia Nuova immaginato da De Michelis per un’opera, progettata ormai tre decenni fa, che ha visto allungare i tempi e lievitare vertiginosamente i costi. Alla fine supereranno i 6 miliardi, mentre per ogni sollevamento al momento si spendono 200mila euro. E poi ci sono le sfide future. A breve termine per il completamento dell’intero sistema Mose; sul lungo periodo per la sua tenuta a fronte dei cambiamenti climatici con l’innalzamento del mare e l’incremento di picchi e frequenza delle maree. Temi di cui si parlerà a lungo.

Ultimo aggiornamento: 16:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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