Mose, rinviato il test, «adesso lo solleveremo solo se serve»

Giovedì 29 Ottobre 2020 di Raffaella Vittadello
Il mose in azione nell'ultimo sollevamento del 17 ottobre
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VENEZIA «Di acque alte ce ne saranno ancora molte, nei prossimi mesi. Molte superiori ai 130 centimetri. In quelle occasioni solleveremo il Mose. Abbiamo deciso di soprassedere alla movimentazione in contemporanea delle paratoie del Mose in tutte e quattro le bocche di porto prevista per domani mattina anche per risparmiare. Preferiamo continuare a elaborare i dati raccolti nelle ultime occasioni, con il sollevamento di due giorni consecutivi il 16 e 17 ottobre». Cinzia Zincone, provveditore alle opere pubbliche del Triveneto e il commissario al completamento del Mose Elisabetta Spitz hanno assunto questa decisione, con la diligenza del buon padre (o meglio, madre) di famiglia, anche per evitare di spendere centinaia di migliaia di euro che saranno comunque necessari quando ci sarà l’emergenza, oltre che per contemperare gli interessi del porto. Il test del 30 ottobre era - come quello del 9 ottobre scorso - previsto dal cronoprogramma del Consorzio Venezia Nuova come prova di routine che avrebbe dovuto testare il funzionamento degli impianti. Ieri intanto il comitato tecnico amministrativo ha dato il via libera ad alcuni progetti, come quello inserito nelle opere complementari di mitigazione al Mose e della Salvaguardia di Venezia che prevede interventi di sistemazione dei canali Cenesa, Bastia e Boer e che è destinato ad allargarsi anche in laguna sud. Un progetto che non è mai stato tradotto in pratica dal Consorzio (e che tornato in mano al Provveditorato costerà circa 500 mila euro in meno).
IL BILANCIO 
Nei giorni scorsi, intanto, è stato depositato in Camera di Commercio il bilancio del CVN, che presenta un buco di otto milioni di euro (e un debito nei confronti della controllata Thetis di circa 4). Si tratta di un documento contabile che si riferisce all’annualità 2019, ma che reca la data del 22 ottobre 2020, nella relazione degli amministratori straordinari che lo accompagna, e che quindi tiene conto anche di molti aspetti che si sono verificati alla data di chiusura della “cassa”. Il valore della produzione si aggira intorno ai 113 milioni, che è un po’ di più rispetto ai 74 del 2018, ma è molto meno rispetto agli anni in cui si è arrivati anche a un miliardo e mezzo.

Del resto l’avanzamento dei lavori (calcolati sulla spesa a preventivo) è passato dal 94 al 95% di realizzazione in un anno. Nel bilancio si sottolinea che a causa del Covid certi lavori potrebbero subire qualche ritardo rispetto alla data di conclusione del Mose, prevista per la fine del 2021. Da notare l’aumento della spesa per il personale, che ha una progressione negli anni. Stabili gli stipendi dei commissari (tenendo conto anche di Vincenzo Nunziata, rimasto in carica pochi mesi) con un esborso di circa 600 mila euro annui, mentre i dipendenti sono passati da 126 a 129, con tre dirigenti (e quindi con i relativi aumenti di stipendio) in più in un anno. Nonostante il progetto - pagato, ma fallito - di riorganizzazione del personale. Il bilancio non è stato certificato da alcuna società contabile, per una divergenza di vedute a proposito della classificazione dei crediti nei confronti della commissariata Comar, che rischiano di essere inesigibili, e che invece risultano a bilancio, sia pure svalutati. 

Ultimo aggiornamento: 08:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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