Mose, i soldi per alzarlo? Ora c'è il problema di come trovarli

Domenica 11 Ottobre 2020
Mose, i soldi per alzarlo? Ora c'è il problema di come trovarli
3

VENEZIA I soldi per tirare su e giù le barriere, gestire e manutentare il Mose sono garantiti, ma non per molti anni.

E dal momento che ogni sollevamento delle paratoie costa sulle 300mila euro, si pone il problema di una dotazione stabile che consenta a chi dovrà gestire la grande opera di operare senza dover pensare (soprattutto in anni in cui sarà necessario movimentare più spesso le barriere) a quanti fondi sono rimasti in cassa.

Mose, quanto costa?

Secondo l'onorevole dem Nicola Pellicani, bisogna al più presto riportare il dibattito in Parlamento, ma secondo lui i soldi ci sono, almeno per questi anni. «Va detto che il decreto che va in approvazione definitiva la settimana prossima e che prevede l'Autorità per la laguna - dice - ha già una dotazione di 40 milioni l'anno garantiti dal 2021 al 2034. Questo intanto è sicuro. Per quanto riguarda le spese del personale, il decreto prevede che questo vada sotto la neocostituita Autorità e quindi anche a suo carico. In generale - continua - esiste però il problema della continuità delle risorse che interessa Mose e gestione della laguna. Non è tema da poco. Per questo, fatto questo decreto che fa nascere il soggetto che consentirà di chiudere il Consorzio Venezia Nuova è bene che la palla passi al Parlamento e che venga presa in mano la partita della Legge speciale e della continuità delle risorse».

Dal personale alle bollette, il Mose costa 300mila euro ad ogni "alzata" di barriere

VENEZIA - Tra squadre di uomini in campo e "bollette" da pagare, il costo di una movimentazione del sistema Mose si aggira sui 300 mila euro. Tanto è costato il test di sabato, quando per la prima volta le 78 paratoie hanno "salvato" Venezia da un'acqua alta importante.


FEDERALISMO E AUTONOMIA

Pellicani, che è autore di un disegno di riforma della Legge speciale, è convinto che si debba e si possa ricorrere anche a forme di federalismo fiscale.
«Credo che bisognerebbe introdurre forme di federalismo fiscale trattenendo alcune risorse in città come succede già in provincia di Bolzano. Oppure prevedere una certa dotazione annua in Legge speciale come per Roma capitale. Bisogna che il Parlamento si faccia carico di una richiesta del genere. Nell'immediato, comunque, sappiamo che ci sono questi soldi, così come i famosi 530 milioni. Per il momento c'è dunque la garanzia per finire l'opera e gestirla nei primi anni. Per quanto mi riguarda, presenterà a breve un'idea provocazione concreta».


NO AL FEDERALISMO

Decisamente contrario ad un'ipotesi di federalismo fiscale per il Mose è il deputato del Movimento 5 Stelle Alvise Maniero. «Siamo in una situazione in cui 6-7 miliardi dopo i 78 moduli si alzano tutti - dice Alvise Maniero, deputato del M5S - e giustamente bisogna porsi la domanda sui costi di gestione che dovrebbero aggirarsi sui 25-30 milioni l'anno almeno. Ne avevamo parlato tempo fa ed erano saltate fuori ipotesi tipo tassa turistica, tassa provinciale eccetera. A questo approccio noi siamo completamente contrari. Se faccio il traforo sul Brennero non lo faccio pagare ai comuni vicini, così se salvo Venezia non devono essere i veneziani o i turisti a pagare. Per noi la spesa deve essere sostenuta dalla fiscalità generale come altre opere di interesse nazionale. Un altro nodo è capire quanto resisterà il Mose prima di doverci mettere mano con una manutenzione straordinaria. E temo che non sarà poca cosa».

Il rebus Mose: «Bisogna capire quando alzare le barriere»


PAGHI LO STATO

Renato Brunetta, ex ministro con delega alla Legge speciale è convinto che i soldi saranno garantiti per il Mose.


«Non c'è dubbio che i costi siano a carico dello Stato- spiega - visto che il Governo lo ha voluto a totale responsabilità sua. Qui però non è tanto l'alzata singola, su cui può essere anche divertente fare il conto della spesa, ma la gestione e la manutenzione del sistema, che è fatto di impianti, di personale, software, ricerca, manutenzioni. Sistema che deve essere gestito e aggiornato costantemente e che, essendo preposto a preservare un altissimo valore storico, artistico, ambientale e economico, deve essere per forza finanziato a dovere. E, ripeto senza polemica, deve essere lo Stato a pagare visto che lo Stato vuole gestire».

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci