Mose, il "Consorzio" poteva fare il
bello e il cattivo tempo in Comune

Mercoledì 24 Luglio 2013 di Gianluca Amadori
Mose, il "Consorzio" poteva fare il bello e il cattivo tempo in Comune
VENEZIA - Re, Monarca assoluto, Imperatore, Doge. Cos viene definito da collaboratori, amici, imprenditori Giovanni Mazzacurati, il presidente del Consorzio Venezia Nuova, dimessosi dall’incarico, per motivi di salute, all’et di 82 anni pochi giorni prima dell’esecuzione della misura cautelare con la quale il gip Alberto Scaramuzza gli ha imposto gli arresti domiciliari in relazione ad un presunto appalto "pilotato" per lavori portuali. Al telefono, intercettati tra il 2010 e il 2011 dalle microspie della Finanza, tutti riconoscono il suo ruolo di Comandante Supremo.



C'è chi con deferenza, come il consigliere del Consorzio, il trevigiano Pio Savioli: «Tu comandi, sai che io obbedisco». Chi polemico: «Il vecchio pensa di essere onnipotente... il peggio è che gli altri sotto di lui credono di essere coperti da lui per cui possono fare tutto... è come se uno è Gesù Cristo tanto c’è Dio sopra di me che mi protegge...», sbotta Franco Morbiolo, il responsabile del Coveco che decise di sfidare Mazzacurati violando gli accordi e presentando un’offerta per l’appalto "riservato" ad alcune piccole imprese.



Il burattinaio. Per il pm Paola Tonini, l’ex presidente del Venezia Nuova, è più semplicemente il «grande burattinaio». Così lo definisce nella richiesta con la quale, lo scorso 17 giugno, ha sollecitato la misura cautelare per turbativa d’asta e per le false fatture milionarie emesse ed utilizzate dalla cooperativa San Martino di Chioggia. La Procura voleva il carcere per i principali indagati: per Savioli e per l’altro trevigiano, Federico Sutto, uomo di fiducia di Mazzacurati; per gli imprenditori chioggiotti Roberto Boscolo Anzoletti, Mario e Stefano Boscolo Bacheto (tutti ai domiciliari) nonché per l’ex presidente della Mantovani, Piergiorgio Baita, per il quale il gip ha rigettato la richiesta facendo riferimento alla collaborazione avviata dall’ingegnere nell’inchiesta parallela del pm Stefano Ancilotto. Per Mazzacurati lo stesso pm Tonini ha sollecitato i domiciliari, ma solo in considerazione dell’età avanzata.



Potere universale. Sul suo ruolo e responsabilità il rappresentante dell’accusa ha pochi dubbi: l’allora presidente del Consorzio avrebbe "pilotato" l’appalto per accontentare alcune piccole imprese escluse dai lavori e Savioli avrebbe «ottemperato agli ordini senza sindacarne la natura lecita o illecita», nell’ambito di una consolidato rapporto di sinergia che Morbiolo così riassume discutendo con un altro imprenditore: «È nato da quando c’è Tangentopoli perché Savioli si è coperto il c... così si spiega tutto...».



«Gravissima è la condotta posta in essere da Mazzacurati», scrive il pm Tonini evidenziando come oltre a «gestire un potere "universale" all’interno di uno "Stato" (il Consorzio Venezia Nuova, ndr) organizzato in gruppi clientelari secondo la "norma" del "profitto personale" e della sopraffazione dei gruppi economici minori... si ritiene legittimato, probabilmente anche a seguito di contaminazioni corruttive all’interno dell’organo amministrativo, a predeterminare la spartizione anche delle gare bandite dall’autorità portuale allo scopo di garantire il monopolio di alcune imprese sul territorio veneto, di "tacitare" i gruppi economici minori con il "danaro pubblico" proveniente da altre pubbliche amministrazioni e quindi di conservare a favore della Imprese "maggiori" il fiume di denaro pubblico destinato al Consorzio Venezia Nuova».



Ritorsione. Il potere esercitato da Mazzacurati sarebbe confermato anche da un’eloquente intercettazione: a seguito delle critiche mosse sulla stampa al Consorzio da parte dell’assessore provinciale Massimiliano Malaspina (il quale denunciò l’esistenza di un monopolio a scapito delle piccole imprese, in particolare di alcune aziende di Chioggia, estromesse dai lavori), Mazzacurati, parlando con l’addetta stampa Flavia Faccioli dispone: «Bisogna fare in modo che quelli che si sono associati con lui non pigliono neanche un lavoro neanche morti... che non sembri che noi...proprio una ritorsione... una mancanza di considerazione...».



Assetato di denaro. Il pm Tonini è particolarmente dura anche nei confronti di Savioli: «È assetato di denaro e per circostanze e modalità in corso di accertamento, ne chiede a numerosi imprenditori...». Sete di denaro che sarebbe risaputa nell’ambiente, come emerge da una frase pronunciata da un altro imprenditore che sul consigliere del Consorzio dice al suo interlocutore: «le prossime 5 generazioni, ha la famiglia sistemata...». Per finire Sutto, di cui oggi è previsto l’interrogatorio davanti al pm Tonini: «Esegue incondizionatamente gli ordini di Mazzacurati, senza discuterli...» scrive il magistrato.
Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 10:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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