Mose, il flop non basta a cambiare le regole per alzare le dighe

Venerdì 11 Dicembre 2020 di Raffaella Vittadello
Mose, il flop non basta a cambiare le regole per alzare le dighe
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VENEZIA Nessuna decisione ufficiale, ieri pomeriggio, nel confronto tanto atteso dopo il disastro, più o meno annunciato, dell'acqua alta di martedì 8, con il rimpallo di responsabilità tra Roma e Venezia, tra previsioni errate o tardive e una catena di comunicazione con più di qualche intoppo.

Qualsiasi provvedimento è stato rinviato a giovedì 17, in una nuova convocazione cui dovranno arrivare delle proposte scritte.


Ieri erano presenti un delegato del commissario straordinario Elisabetta Spitz, il Provveditore alle Opere pubbliche del Triveneto Cinzia Zincone, un responsabile del Consorzio Venezia Nuova e il commissario liquidatore Massimo Miani.


L'unica cosa sicura è che martedì più di qualcosa non sia andata per il verso giusto e che ci sia l'intenzione di far tesoro dell'errore per migliorare un protocollo di avviamento provvisorio siglato solo alla fine del mese scorso, dopo la soddisfazione per i primi sollevamenti per la tutela della città e non semplicemente come test funzionale di un'opera non ancora collaudata.


In discussione comunque non c'è la quota di salvaguardia, che rimane fissata a 130 centimetri misurata in Punta della Salute, ma la catena di comando, finora saldamente nelle mani del Commissario Elisabetta Spitz. E il Provveditorato ha chiesto di poter contare di più, nella decisione di azionare o meno le barriere, in base a procedure già stabilite che però si potranno modificare.


Procedure che peraltro ipotizzavano che la soglia di 130 centimetri, in base alle statistiche, potesse verificarsi «mediamente una volta all'anno con un massimo di eventi registrati di quattro eventi per anno».


Invece già in ottobre i sollevamenti di salvaguardia sono stati tre, in dicembre si è stati costretti a tenere alzate le barriere addirittura per oltre 40 ore consecutive, da venerdì 4 a domenica 6, con un varco aperto di sabato pomeriggio nella bocca di porto di Malamocco per permettere il transito di alcune navi in uno scenario meteo da paura, con raffiche di scirocco a oltre 70 chilometri l'ora. Poi l'abbassamento delle barriere la domenica pomeriggio e la tregua di lunedì. Ma sarebbe stato necessario un nuovo sollevamento martedì mattina, in previsione di un nuovo picco inizialmente previsto per le 15 che si è spostato quasi di due ore in avanti a causa del vento. Eppure le squadre erano state appena congedate dal Consorzio per cessata emergenza e quando ci si è resi conto del pericolo non c'era più il tempo materiale per farle tornare sul posto.


E qui si è aperto il tema delle previsioni unificate, il Consorzio si basa sulle proprie, mentre c'è un tavolo congiunto, tra Comune, Cnr Ismar, Ispra e Arpav che lunedì scorso, aveva dato un proprio bollettino in cui annunciava la possibilità dell'ennesimo picco da 130 centimetri per il giorno successivo. Mentre il Consorzio di centimetri in mattinata ne ipotizzata 114.
Le procedure di allerta prevedono un primo preavviso di 48 ore e uno di 24 sotto il quale non si può andare. E il tavolo delle previsioni del Comune non è, al momento, condiviso in forma ufficiale con Provveditorato e Consorzio. 

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Nell'ultima relazione trimestrale del commissario Spitz al Ministero si legge che la positiva esecuzione dei sollevamenti di ottobre «ha indotto il Commissario a promuovere la sottoscrizione di un Protocollo d'Intesa con il Centro Maree del Comune di Venezia, che già fornisce dati meteorologici previsionali al Concessionario, per ampliare lo scambio dati e addivenire alla conciliazione delle due fonti per un'informativa univoca verso l'esterno». Ma per ora è ancora tutto sulla carta.


Ora si apre una fase cruciale di appuntamenti, prima della fine dell'anno: mercoledì prossimo tornerà in discussione al Comitato tecnico amministrativo del Provveditorato il progetto della riparazione della conca di navigazione di Malamocco, che permetterebbe l'operatività del porto anche in condizioni di paratoie sollevate per emergenza, mentre il 21 è atteso il Comitatone. 


Intanto nella notte il Mose è tornato di nuovo in azione per fronteggiare la massima di 130 prevista per questa mattina alle 8. L'emergenza durerà ancora qualche giorno, perchè il centro Maree del Comune di Venezia ipotizza il ripetersi di quote sostenute anche per domani (130 alle 8.30) e per domenica (120 alle 9). Anche se in questi giorni è massima l'escursione tra la minima e la massima, quindi sarà possibile alzare e abbassare le paratoie in sicurezza, quando ce ne sarà bisogno.

Ultimo aggiornamento: 10:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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