«Mose, cantieri aperti altri tre anni, fine lavori nel 2024: il cronoprogramma»

Sabato 12 Giugno 2021 di Raffaella Vittadello
Il mose dall'elicottero

VENEZIA - Bene che vada, le ultime opere del Mose saranno finite nel 2024. Perché ora un cronoprogramma di massima c’è, anche se a grandissime linee, ed è allegato alla delibera approvata mercoledì mattina dal Cipess. A che cosa serviranno infatti quei 538 milioni sbloccati dopo anni di attesa? A finanziare nuovi interventi, che sono ripartiti in macroaree.
Si parte dalle bocche di porto: per concludere le opere civili e marittime a Treporti serviranno ancora 5 milioni e mezzo, da spendere a cavallo tra quest’anno e il prossimo. Si dovrà procedere allo smantellamento e alla sistemazione architettonica delle aree di cantiere e al completamento delle finiture degli edifici. Stessa cosa a San Nicolò, dove i milioni stanziati sono 5,66 e si dovranno anche realizzare dei mascheramenti architettonici.
 

MALAMOCCO E CHIOGGIA
Più impegnativa la bocca di porto di Malamocco, dove saranno impegnati più di 24 milioni e mezzo, fino a fine 2024: qui si dovrà metter mano alla conca di navigazione, danneggiata dalla mareggiata del 2015. E si dovrà capire quanto questo inghippo sia dovuto esclusivamente all’evento meteomarino e quanto a un eventuale errore progettuale. Il contenzioso è aperto, sarà comunque applicata una tecnologia migliorativa. Ma per ora il cantiere è fermo. Altro tema sarà a Pellestrina la demolizione della struttura in cemento armato utilizzata per la realizzazione dei cassoni in calcestruzzo, che qualcuno avrebbe voluto lasciar lì per evitare eventuali danni ambientali.
Alla bocca di Chioggia, dove sono destinati 10,2 milioni, si dovrà invece metter mano al completamento dell’edificio della spalla sud, con il ripristino delle aree utilizzate per la produzione, il completamento delle finiture degli edifici e lo smantellamento delle aree di cantiere.
 

IMPIANTI
Un capitolo a parte meritano gli impianti, su cui si investirà una cifra di quasi 30 milioni che si prolungherà fino a fine 2023: si tratta di attività connesse alla funzionalità degli impianti elettrici, di comunicazione, antincendio, meccanico, di condizionamento e del ponte radio.
Ventuno milioni serviranno, a stralci fino a fine 2023, per realizzare un “pontone spingente di supporto per l’utilizzo della cavalletta in sostituzione del secondo jackup, che serve per la rimozione delle paratoie dalla loro sede quando devono essere prelevate per portarle in manutenzione. Circostanza che in questi sette anni, data della prima barriera affondata, non si è ancora mai verificata. E poi servirà un mezzo per la rimozione dei sedimenti, soprattutto a Punta Sabbioni dove la sabbia si accumula con maggior velocità e frequenza e necessita di intervento periodico più ravvicinato.
Quasi 70 milioni andranno a riparare le criticità che si sono verificate in questi anni, dalla manutenzione straordinaria degli impianti meccanici ammalorati nelle gallerie, alla corrosione e ossidazione delle cerniere e dei gruppi metallici. E anche qui la spesa si prolungherà fino a fine 2024.
AMBIENTE
Per i monitoraggi ambientali serviranno 12 milioni fino a fine 2022. In questo capitolo c’è anche il monitoraggio e la classificazione dei sedimenti lagunari, che in parole povere significa il protocollo fanghi, atteso da anni. E ci sono anche i primi interventi di inserimento paesaggistico condivisi con i Comuni e le associazioni portatrici di interesse. La parte del leone la farà il Piano Europa, che in base a un nuovo accordo potrebbe essere realizzato direttamente dal Provveditorato senza passare per il Consorzio Venezia Nuova: si parla di oltre 148 milioni che arrivano fino a fine 2024 e che prevedono valorizzazioni ambientali dagli Alberoni a Val di Brenta, la costituzione di nuovi habitat da Ca’ Roman a Punta Sabbioni, la riqualificazione di aree di cantiere tra cui il lungolaguna di Cavallino Treporti, il Canale Cenesa Boer Siletto, il canale Bastia e il recupero del forte San Felice a Chioggia. 
Cinquanta milioni andranno all’Arsenale, per interventi sulle strutture destinate a ospitare la gestione e la regia della manutenzione del sistema e le attività collegate, in particolare nella Tesa Novissima e ai Bacini.
Quasi 10 milioni fino al 2022 serviranno per il servizio informativo, altri 40 saranno destinati, fino al 2024 per interventi di salvaguardia in Laguna: e qui ci stanno le opere per la messa in sicurezza di San Marco, compresa la piazza. 

Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA