Il vento forte e le onde non piegano il Mose. E alla bocca di porto passano anche le navi

Domenica 6 Dicembre 2020 di Michele Fullin
Il vento forte e le onde non piegano il Mose. E alla bocca di porto passano anche le navi

VENEZIA È stata una giornata storica per Venezia e per il Mose, sotto molti punti di vista. Primo, quello iniziato venerdì sera e che si concluderà oggi pomeriggio è il test più lungo finora svolto: circa 40 ore in cui tutte le 78 paratoie situate ai tre ingressi della laguna (bocche di porto) sono rimaste sollevate. Secondo, il test è stato portato avanti in condizioni abbastanza pesanti, con uno Scirocco che ha soffiato a che a 75 chilometri orari, un'onda in mare alta oltre tre metri e mezzo e un dislivello, una volta alzata la barriera, tra mare e laguna di 54 centimetri. Per l'ingegnere Giovanni Cecconi, già responsabile della sala operativa, il Mose è stato sottoposto a circa una tonnellata di spinta per metro quadrato durante il sue sollevamento.
L'APERTURA
Ultimo, ma non meno importante, le paratoie alla bocca di porto di Malamocco sono state abbassate tra le 16 e le 20 di ieri per consentire l'entrata in porto di quattro navi in modo da non paralizzare completamente l'attività dello scalo. Operazione perfettamente riuscita, che si è verificata in una fase di morto d'acqua in cui la marea era allo stesso livello in mare e in laguna. Unico neo, un lieve ritardo a causa del vento che minacciava di aumentare d'intensità, rendendo rischiosa la manovra per le navi, che attendevano il segnale in rada. In questo modo, pur tenendo la barriera centrale aperta, in laguna non è entrata una quantità d'acqua tale da aumentarle il livello - stabilizzato in 80-84 centimetri - rimasto tale dalla serata di venerdì e che ha consentito alla città di rimanere all'asciutto.
SCENARIO DA PAURA
Niente di ciò che avrebbe aspettato Venezia e i veneziani se non fossero state chiuse le bocche di porto. Per tutta la notte tra venerdì e sabato e la maggior parte della mattina di sabato il livello dell'acqua in mare non è mai sceso sotto i 120 centimetri e ieri sera è risalito fino a toccare i 130 centimetri verso le 2 del mattino mentre un'altra punta simile è attesa per le 13.50 di oggi. Ma le barriere resteranno abbassate fino al passaggio di questa situazione meteorologica davvero imponente, che avrebbe potuto causare gravi danni alla città e anche a Chioggia (che grazie allo Scirocco ha avuto dai 15 ai 20 cm in meno rispetto a Venezia) ed è la medesima che ha provocato le tormente di neve sulle nostre montagne.
STRESS TEST
A sovrintendere le operazioni notturne c'erano il commissario al Mose, Elisabetta Spitz e il Provveditore alle Opere pubbliche, Cinzia Zincone, la quale ha parlato di stress test riuscito alla perfezione. Alla prossima occasione si proverà a far funzionare il porto in doppio senso, visto che ieri i cargo in uscita sono rimasti all'ormeggio. Far funzionare il porto anche con il Mose in funzione è fondamentale, anche perché la conca di navigazione non entrerà in funzione prima di due anni, se mai saranno corretti i suoi problemi.
Infine, un accenno ai costi. Sollevare e abbassare il Mose comporta una bolletta energetica abnorme, considerata la potenza richiesta per far salire paratoie alte 20 metri con mare formato, marea in entrata e vento forte. Uno scenario così lungo non era stato neanche ipotizzato per quanto riguarda i costi. Si può solo dire che certamente questi supereranno il mezzo milione, se è vero che la stima per un sollevamento di 12 ore comporta una spesa di circa 320mila euro. Una situazione del genere è rara anche a livello finanziario.

 

Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 15:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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