Da Brancaleone all’Alzheimer
la cultura sotto la maschera

Giovedì 19 Maggio 2016 di Edoardo Pittalis
Lino Toffolo ne "L'armata Brancaleone
MURANO - Maggio 1985, c'erano Carlo e Diana a Venezia, molti curiosi, tanti giornalisti e fotografi dietro il motoscafo. A Murano la folla esplose in un applauso improvviso, poi si capì che non era per la coppia di principi ma perché Lino Toffolo si era affacciato alla terrazza della sua casa per vedere passare il corteo. Toffolo era amato dalla gente, era un simbolo di Venezia. Popolare, ironico, stralunato, poetico, sembrava un violinista di Chagall sempre sospeso tra cielo e terra, su una nuvola speciale. Pronto ad atterrare subito, attento a non sconfinare nella volgarità. Ha fatto ridere generazioni facendo il tedeschino sotto l'elmo di Sturmtruppen. Ha venduto milioni di copie di dischi con Johnny Bassotto ("Chi ha rubato la marmellata?") facendo cantare i bambini degli anni Settanta. Ha lavorato al cinema con Mastroianni e Gassman ed è stato diretto da Monicelli e Dino Risi. Raccontava che durante le riprese di "Brancaleone alle crociate" sconfinarono nel deserto e finirono in una prigione marocchina con Gassman che gridava di essere il più grande attore del mondo, ma nessuno lo conosceva...

 
 
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