La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi dei due imputati per l'omicidio colposo del giovane veneziano Ermes Riparelli, di Galta di Vigonovo che l'11 settembre 2006 morì dopo aver centrato un dosso in una strada del comune di Castel D'Azzano, nel Veronese.
La pena inflitta dal tribunale di Verona e confermata dalla corte d'Appello di Venezia è diventata quindi definitiva: un anno, pena sospesa sia a Graziano Fusini, responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Castel D'Azzano, e Fiorenzo Zambotto, realizzatore del dosso fuori norma su cui perse la vita il 29enne di origini veneziane.
«Ci sono voluti 15 anni, ma alla fine la famiglia del giovane Eros Riparelli ha ottenuto giustizia. La nostra associazione, che difende i familiari e le vittime della strada, non può che esprimere soddisfazione» dice Alberto Pallotti, presidente dell'Aifvs, Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Odv che ha seguito il processo. La famiglia si era costituita con l'avvocato padovano Pietro Someda.
«I lavori non erano ancora conclusi - ricordano i genitori di Eros, Giuseppe Riparelli e Susanna Alibardi - e non erano nemmeno segnalati adeguatamente. Ciò ha causato la caduta e la morte immediata di nostro figlio. I responsabili cercarono di imputare le responsabilità dell'accaduto al nostro Eros»