L'ex studentessa a Frisoli: «Grazie: avrei voluto dirtelo di persona, ma sono arrivata tardi»

Giovedì 9 Aprile 2020
liceo Majorana di Mirano
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L'addio della ex studentessa Rachele Fattori, al preside Davide Frisoli, deceduto a 58 anni per coronavirus.

«Lo porto nel cuore come Professor Frisoli. Ero in terza liceo allora, classico con sperimentazione linguistica E. Majorana di Mirano. Correva l’anno 1997 e il mondo era tutto da scoprire, allora. Per tutte noi della sezione Le forse anche un po’ per il professore di allora. Anche se non ha mai avuto un attimo di esitazione, né quando si parlava di filosofia né quando si trattava di domare i nostri ormoni adolescenziali.
Dopo la laurea il Veneto si è fatto lontano per me. A quell’età si guarda avanti e non indietro. Ma succede che un giorno ti svegli e sei adulta e ti rendi conto che vorresti e dovesti ringraziare qualcuno.
-  Eleonora, tu che hai facebook, hai un contatto del prof.? -
Scrivo alla mia compagna di banco di allora, che abita a Mestre. Così scopro che il nostro prof. è diventato preside. Siamo orgogliose di lui. Lo eravamo anche quando sospiravamo sui banchi di scuola vedendolo entrare, con tutta la signorilità e l’eleganza che lo contraddistingueva, con quel suo ciao pieno di calore, con i piccoli spiragli che ci dava della sua vita, tra una lezione e l’altra. Era la nostra boccata di ossigeno tra le ore impegnative che caricavano le nostre giornate di preoccupazione.
Professor Davide Frisoli. A vederlo in piedi alla finestra con la penna in mano, sembrava uno dei migliori quadri di Modigliani.
Vorresti e dovresti.
Io e i social siamo due cose lontane. Lascio passare il tempo pregustandomi il momento in cui gli avrei scritto per ringraziarlo di aver reso quegli anni più leggeri, per aver messo amore e passione in ogni istante del suo insegnamento, per averci accompagnate sulla soglia dei vent’anni con delicatezza e professionalità.
Ho lasciato passare il tempo e il tempo non ammette inutili attese. Avrei voluto rivederlo. Per stringergli la mano e dirgli grazie perché se sono la persona che sono ora, è anche grazie a lui.
 
Ultima ora di lezione, in un caldissimo giugno del 2000. Il prof. entrò in classe e consegnò ad ognuno di noi un foglio. Poi iniziò a leggere il suo addio.
È il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante.
Scoppiammo in lacrime, la commozione ad inumidire anche i suoi occhi. Discreta. Dirompente per noi. Alla nostra ultima cena da liceali abbiamo voluto anche i professori ai quali cantammo una canzone. A tutti la dedica di qualche riga, parole ricamate come abiti su ognuno di loro, sull’onda di quelle forti emozioni delle quali ancora rimangono le orme. Preziose.
Non avrei dovuto aspettare.  Il tempo, per sua natura, è un dono che non ci appartiene.
Ho appena pranzato, ho un’ora di libertà prima di ritornare a giocare con mio figlio. Controllo le notifiche sul cellulare. È Eleonora.
-   Ciao stella. Mi spiace darti questa bruttissima notizia. -
Non serve nemmeno aprire l’articolo. Vedo l’intestazione del giornale. Vedo la sua foto. Il tempo ha punito la mia attesa, la mia ignoranza, il mio senso di onnipotenza.
 
Quando guarderò il cielo, la notte, visto che tu abiterai in una stella, visto che tu riderai in una di esse, allora sarà per me come se tutte le stelle ridessero. Io avrò delle stelle che sanno ridere.
Perdonami prof. se non ho mai scritto quella lettera.
Grazie Davide per i tuoi sorrisi, per le ore liete di lezione, per averci addomesticati»
 
Rachele Fattore

Ultimo aggiornamento: 16:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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