Cinquant'anni fa moriva Igor Stravinskij, volle il funerale in gondola a Venezia

Lunedì 5 Aprile 2021
La tomba di Stravinskij nel cimitero di Venezia

VENEZIA  - Cinquant'anni fa moriva Igor Stravinskij, compositore tra i più importanti del Novecento, che ha rivoluzionato l'orchestrazione tradizionale e reinventato il balletto moderno con l'uso di stili compositivi e linguaggi musicali diversi, lasciando una profonda impronta nei compositori a lui contemporanei e in quelli successivi, a partire già dai primi lavori («L'uccello di fuoco», «Petruška» e «La sagra di primavera»). Il musicista russo naturalizzato statunitense si spense all'età di 88 anni il 6 aprile 1971 nel suo appartamento di New York, sulla Fifth Avenue, da lui appena acquistato, a causa di un'insufficienza cardiaca dopo un'edema polmonare. Per suo espresso desiderio Stravinskij volle essere sepolto a Venezia, nel settore ortodosso del cimitero monumentale dell'isola di San Michele, vicino alla tomba del suo collaboratore di vecchia data, Sergej Djagilev (1872-1929), il leggendario direttore artistico di spettacoli di danza, celebre soprattutto per aver fondato la compagnia dei Ballets Russes.

I funerali di Stravinskjy si svolsero il successivo 15 aprile, un giorno di sole, a Venezia in forma solenne, addirittura trasmessi in diretta tv dalla Rai sul primo canale nazionale.

Il feretro fu trasportato in gondola nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo, dove fu officiato il rito funebre cristiano ortodosso. L'orchestra della Fenice e quella della Rai, con il coro, eseguirono il «Requiem» di Alessandro Scarlatti e il «Requiem Canticles» dello stesso Stravinskij sotto la direzione di Robert Craft. Oltre tremila persone si strinsero in silenzio dentro e fuori la basilica dei dogi. Oltre alla moglie Vera, ai tre figli, alle nuore e ai nipoti, le cronache dell'epoca riferirono della presenza del poeta statunitense Ezra Pound, della mecenate e collezionista statunitense Peggy Guggenheim, il compositore polacco Krzysztof Penderecki e il musicista russo Nicolas Nabokov.

Dopo il rito, il feretro fu accompagnato sempre in gondola all'isola di San Michele. Particolarmente legato all'Italia, Venezia fu più di ogni altra la città che celebrò le composizioni religiose di Stravinskij, in particolare il «Canticum Sacrum» (in latino), omaggio personale del musicista alla laguna e alla musica del Rinascimento. Secondo Stravinskij il latino era la lingua del sentimento religioso. Nel 1956 il cardinale Angelo Roncalli, patriarca di Venezia e futuro papa Giovanni XXIII, esaudì il desiderio di Stravinskij di aprire la basilica di San Marco alla musica orchestrale. Fu un grandissimo successo. Il cardinale Roncalli aveva chiesto che in piazza San Marco fossero installati degli altoparlanti dai quali tutti poterono ascoltare la musica di Stravinskij. La piazza venne così trasformata in una gigantesca sala da concerto. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci