Morta nel centro di accoglienza,
Procura chiede una nuova autopsia

Giovedì 5 Gennaio 2017
Morta nel centro di accoglienza, Procura chiede una nuova autopsia
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VENEZIA - La Procura della Repubblica di Venezia ha disposto un supplemento di indagine autoptica sul corpo di Sandrine Bakayoku, la richiedente asilo ivoriana di 25 anni morta il 2 gennaio nel Centro di accoglienza di Cona. Il supplemento di indagine, legata al fascicolo seguito dal Procuratore reggente Carlo Nordio e dal Pm Lucia D'Alessandro, è stato richiesto al medico legale Silvano Zancaner che aveva stabilito da subito come la morte della donna sia stata causata da una trombosi polmonare bilaterale pressoché fulminante.

«Abbiamo acquisito tutta la documentazione medica sulla 25enne - rileva D'Alessandro - e alla luce di ciò, oltre a trasmettere le carte al medico, abbiamo deciso che vengano fatti degli approfondimenti legati allo stato di salute complessivo, e non solo sulla causa del decesso, della giovane ivoriana». Da chiarire, tra l'altro, se la donna fosse ricorsa ad aborto e in che circostanze. Gli accertamenti del medico saranno solo sul corpo di Sandrine: la Procura ha escluso che, allo stato attuale, siano avviati controlli sulle altre donne ospiti del centro per valutare se vi siano stati casi di violenza, prostituzione o aborti.

Al Centro di prima accoglienza di Cona è tornata la normalità ma le indagini proseguono a ritmo serrato. Le indagini, alle quali partecipano uomini delle polizia giudiziaria di vari corpi, sono state definite «urgenti» ma non per questo «si vuole sparare nel mucchio - ha detto D'Alessandro - perché su 1.300 persone, sono solo una minoranza ad essere responsabili dei danneggiamenti con principio di incendio e del sequestro di persona di alcuni operatori». «Lavoriamo velocemente - ha aggiunto - ma con cautela, perché vogliamo identificare con precisione le persone che potranno essere eventualmente indagate per l'accaduto: ci vuole una ricostruzione puntuale dei fatti ed è quello che stiamo facendo anche con dei video». In campo è scesa anche la Digos per individuare se all'interno del Cpa ci siano "fazioni" ben precise, tra cui potrebbero esserci dei sobillatori, ma anche in chiave antiterrorismo.

Per garantire la sicurezza attorno al Cpa di Cona è stato istituito un servizio di controllo a carico di varie forze dell'ordine giorno e notte.

Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 09:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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