Addio all'archeologa Annamaria Larese, una vita per i musei e la ricerca

Domenica 3 Maggio 2020 di Claudia Meschini
Annamaria Larese
VENEZIA - Si è spenta alle otto di mattina del primo maggio l’archeologa Annamaria Larese, direttrice del Museo archeologico di Venezia e del Museo nazionale Concordiese di Portogruaro e Area Archeologica di Concordia Sagittaria. 
Fino a due anni fa era stata una “direttrice quadrupla”, perché ai due istituti sopracitati si aggiungevano il Museo della Laguna di Lazzaretto Vecchio e il Museo di Archeologia del Mare di Caorle, inaugurato nel luglio del 2018 e da lei personalmente curato, con passione e competenza. 
Una vita dedicata allo studio, alla ricerca, quella di Annamaria Larese, 62 anni, archeologa nata a Roma ma di famiglia bellunese, che sin da giovane si era trasferita a Venezia per frequentare l’Università di Lettere Antiche, dove si era laureata in archeologia.
Viveva da sola in un appartamento in campiello Santa Maria Nova, vicino alla chiesa dei Miracoli. Lo scorso ottobre i primi sintomi della malattia, “ho una brutta tosse che non se ne vuol andare via”, diceva Anna, quasi scusandosi con gli amici che la frequentavano. 
Poi il ricovero per una broncopolmonite e la scoperta che quella “brutta tosse” era in realtà un cancro. Ma Anna non si è arresa, ha cercato di lottare con tutte le sue forze contro la malattia, trasferendosi a Belluno dove vive tutta la sua famiglia, la madre, una sorella e due fratelli, e iniziando la cura di immunoterapia prevista da uno specifico protocollo sperimentale dell’ospedale Padova. Ma non è servito e Anna se ne andata con la riservatezza che la contraddistingueva.
“Con la morte di Anna Larese e quella di Marino Cortese, presidente della Fondazione Querini Stampalia, Venezia perde due fondamenta della sua cultura. Un periodo veramente cupo per la nostra città”, si legge sulla pagina Facebook della Direzione regionale Musei del Veneto. 
“Raffinata nei modi e nell’aspetto, sempre gentile, Anna aveva un’intelligenza sopra la media ma non la ostentava, era una persona altruista, umile, amava il suo lavoro e non aveva paura di “sporcarsi le mani” perché essere archeologo significa anche e, soprattutto, fare ricerche sul campo”, la ricorda l’amica Eleonora Scarpa.
“Questo destino veramente troppo crudele ci ha privato di Anna Larese mentre era intenta a seguire il progetto di nuovo allestimento del Museo Archeologico di Venezia - dice Daniele Ferrara, direttore regionale Musei Veneto - un progetto che si inserisce da un lato in un più ampio contesto di riqualificazione degli spazi di Palazzo Reale e del percorso marciano, dall’altro in un collegamento con Palazzo Grimani, gemello del Museo Archeologico, il cui recente allestimento si deve anche al contributo determinante della Larese”.
“Anna era una persona integra, di un’etica e di una moralità straordinarie - la ricorda la collega Rosanna Ghetti - per me, che la conobbi da matricola nel mio primo scavo, era come una sorella maggiore. Scompare una grande archeologa, pronta al sacrificio più totale per il suo lavoro che amava incondizionatamente”.
 
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