Rastrellano 240mila euro di donazioni per ricerche sul "cuore artificiale", ma è una truffa. Cinque condanne, multa e risarcimenti

Martedì 13 Dicembre 2022 di Maria Elena Pattaro
Chiedono donazioni per la ricerca sul "cuore artificiale" e raccolgono 240mila euro, ma è una truffa. «Denaro sparito»

MONTEBELLUNA - VENEZIA - PORDENONE - Un cuore artificiale come ultima frontiera della scienza medica. Ma quell’investimento si è rivelato fasullo.

Anziché oliare la millantata ricerca, è finito nelle tasche di cinque persone residenti nelle province di Treviso, Venezia e Pordenone, ieri condannate complessivamente a 5 anni e 6 mesi di carcere e 22.500 euro di multa. Oltre al risarcimento, in solido, del 30% del capitale investito dalle vittime. Un anno in più rispetto alla richiesta formulata dal pubblico ministero. Così ha deciso ieri pomeriggio il giudice Leonardo Bianco. 

LA CONDANNA

I cinque imputati erano alla sbarra con l’accusa di esercizio abusivo dell’attività di promotore finanziario. La pena più pesante è stata inflitta a Luciano Bianchin, 58enne di Crocetta del Montello, condannato a 2 anni di carcere e 8mila euro di multa in qualità di legale rappresentante della società finanziaria che ha proposto l’investimento fasullo, la Ellebi Fin Llc con sede nel Delaware, Stati Uniti. Condanne più leggere invece per i quattro promotori finanziari: un anno e 4.000 mila euro di multa per Luca Padovan, 31enne di Conegliano, Alessandro Pavan, coetaneo di Montebelluna e Riccardo Barcolari, 27enne di Venezia. Igor Sarcinelli, 39enne di Spilimbergo, ha ricevuto invece 6 mesi e 2.500 euro di multa. Il deposito della sentenza è atteso entro 90 giorni ma alcuni legali, come l’avvocato Rossella Martin che difende i due 31enni, annunciano già il ricorso in Appello. 

L’INVESTIMENTO

I cinque avrebbero coinvolto nella “truffa del cuore artificiale” circa 12 persone, che si sono costituite come parti civili, riuscendo a rastrellare risparmi per circa 240mila euro, più altri soldi che sarebbero stati versati sotto forma di assicurazione. La raccolta di denaro sarebbe servita a una ricerca sperimentale per un muscolo cardiaco realizzato in laboratorio. Così assicuravano i cinque soci, promettendo interessi da capogiro, del tipo: il 10% il primo anno, il 20% il secondo anno e il 30% il terzo anno. Ma quello che veniva presentato come un investimento “etico” si sarebbe dimostrato in realtà un raggiro e a molti di quelli che hanno dato il proprio denaro non solo non sarebbero stati versati gli interessi, ma al momento delle denunce, relative al periodo tra il 2018 e il 2019, non sarebbe stato restituito neppure il capitale originariamente versato. Per qualcuno la liquidazione è avvenuta a fronte della minaccia legale. E comunque mai per intero. Per la maggior parte invece il capitale originale è rimasto una chimera. Per la Procura di Treviso non si sarebbe trattato di dazioni liberali, come hanno sostenuto invece le difese, quanto piuttosto di un investimento a cui la parti offese venivano sollecitate per opera dei cinque imputati della Ellebi Fin Llc, una società con sede nel Dalaware, stato della costa orientale considerato un paradiso fiscale interno agli Stati Uniti.

Ultimo aggiornamento: 07:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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