Accusa alla moglie dell'ex sindaco: «Durante l'emergenza Covid faceva la spesa con i buoni destinati ai poveri»

Tra il 7 dicembre e il 23 dicembre 2021 al Mega e alla Coop dati 50 ticket "sospetti"

Giovedì 30 Marzo 2023 di Nicola Munaro
SANTA MARIA DI SALA Il municipio, nuove accuse sull'inchiesta per presunte tangenti

SANTA MARIA DI SALANicola Fragomeni, ex sindaco ed ex presidente del consiglio comunale di Santa Maria di Sala; Ugo Zamengo, già sindaco e consigliere comunale salese; il geometra e già capo dell’Ufficio tecnico in Municipio, Carlo Pajaro; e l’architetto Marcello Carraro “si associavano tra loro al fine di commettere un numero imprecisato di reati contro la pubblica amministrazione”. Iniziano così le 15 pagine dell’avviso di garanzia con cui il sostituto procuratore Federica Baccaglini notifica la chiusura delle indagini preliminari sulle tangenti per la costruzione della nuova casa di riposo a Santa Maria di Sala, e non solo. Sono 16 gli indagati: sparisce Andrea Razzini, direttore generale di Veritas (la cui posizione è stata stralciata) e compare Sabina Giacomin, moglie di Nicola Fragomeni, accusata di peculato (assieme al marito) per aver speso 500 euro di buoni spesa Covid destinati alle famiglie di Santa Maria di Sala in difficoltà.

I NOMI E LE ACCUSE
Oltre Nicola Fragomeni (avvocato Renzo Fogliata), Ugo Zamengo (avvocato Luigino Martellato), Carlo Pajaro (avvocato Domenico Giuri) e Marcello Carraro (avvocato Graziano Stocco) a cui è contestata l’associazione a delinquere - e che si trovano tutti ancora agli arresti domiciliari - la chiusura delle indagini è stata notificata anche al costruttore padovano di Borgoricco, Battista Camporese (avvocato Ernesto De Toni) e a Mauro Cazzaro, patron della Cazzaro Costruzioni di Trebaseleghe (Padova), difeso dall’avvocato Umberto Saracco, entrambi ai domiciliari. Indagati a piede libero Filippo e Saverio Fedriga di Santa Maria di Sala, Andrea Fragomeni, Giovambattista Fragomeni, Gianluca Fragomeni, Pietro Semenzato, Massimo Cazzin, Ivano Rocco, Giuseppe Vanin e Sabina Giacomin. Detto dall’associazione a delinquere, le accusa spaziano - a vario titolo - dall’induzione indebita a dare o promettere utilità alla turbata libertà della scelta del contraente all’abuso d’ufficio e al peculato e alla rivelazione dei segreti d’ufficio.

IL SISTEMA
L’inchiesta deflagrata con gli arresti del 23 gennaio, era nata nell’ottobe 2019 quando un cittadino di Santa Maria di Sala si era opposto alla proposta di cedere il suo terreno per la costruzione della nuova casa di riposo: su quell’affare edile ci avrebbero guadagnato un po’ tutti i coinvolti con creste sui prezzi dal 10 al 15%, cioè il valore delle tangenti, “stimabili in 370mila euro”. Il cittadino registrò la discussione e la portò dai carabinieri. Tra i reati contestati anche il tentativo di Nicola Fragomeni, attraverso il fratello Giovambattista, di piazzare mascherine importate dalla Cina nel periodo Covid.

LA SOFFIATA E IL CONCORSO
Le indagini hanno portato a scoprire anche la soffiata data da Fragomeni - quando era sindaco - ai vertici del Tom Village, avvertiti che il giorno successivo ci sarebbe stato un controllo dello Spisal e dei vigili. Poi i suggerimenti dati da Pajaro a due candidati per il posto (a tempo indeterminato) di Istruttore tecnico in Comune.

I BUONI
Ultimo capo d’accusa: Fragomeni e la moglie devono rispondere di aver speso, tra il 7 dicembre e il 23 dicembre 2021, al Mega di Santa Maria di Sala e alla Coop di Vigonza 50 buoni spesa da 10 euro che il Comune aveva destinato alle famiglie in difficoltà dopo il Covid.
 

Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 14:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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