MIRA - I cavanisti rinunciano a ricorso dal Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che prevede, anche per i proprietari di cavane, il pagamento della tassa rifiuti a Veritas. Gli associati saranno costretti in questo modo a pagare 60 mila euro per gli anni 2015, 2016 e 2017, come indicato dal Tar nella sentenza dello scorso anno.
La decisione degli stessi cavanisti pone fine a una querelle dibattuta da anni. La precedente amministrazione aveva riconosciuto le associazioni di cavanisti come i soggetti responsabili e titolari delle cavane e pertanto tenuti a pagare la Tares a Veritas. Nel 2017, dopo l'elezione a sindaco di Marco Dori la nuova amministrazione decise, con voto a maggioranza in consiglio comunale di escludere i cavanisti dal pagamento della Tarip, ex Tares. «I cavanisti tutelano e vigilano su tutta la gronda lagunare, svolgendo un servizio di pulizia e di cura di queste aree spiegò l'assessore all'Ecologia Maurizio Barberini. - A fronte di questo abbiamo deciso, ed è una scelta politica, di togliere questo aggravio che comunque, con la nuova Tarip non sarebbe di 22 mila euro ma di 8 mila euro». Il ricorso al Tar dei cavanisti per evitare il pagamento delle imposte arretrate diede ragione alla precedente amministrazione comunale e l'associazione annunciò di presentare ricorso al Consiglio di Stato. In questi giorni, l'ultimo capitolo della vicenda con la decisione di non presentare il ricorso al Consiglio di Stato accettando così il pagamento dei 60 mila euro arretrati e l'invito del M5S a modificare il regolamento sui rifiuti a Mira alla luce della decisione del Tar.