Camper da 50mila euro e una casa,
confiscato il tesoretto dei nomadi

Sabato 21 Novembre 2015 di Raffaella Ianuale
Camper da 50mila euro e una casa, confiscato il tesoretto dei nomadi
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MIRA - Si è chiuso il cerchio e quei beni acquistati con proventi illeciti sono stati confiscati. Questo significa che ora sono dello Stato. Si tratta di alcune proprietà della famiglia Lovacovic e per la precisione un camper del valore di 50mila euro, un terreno in via Terraglietto che vale 113mila euro e un’abitazione a Mira per altri 130mila euro.



La richiesta della confisca era stata avviata dal tribunale di Venezia nel 2014 ed ora il percorso si è concluso. Del resto proprio nel terreno di via Terraglietto, la Divisione anticrimine della polizia nel 2012 aveva trovato di tutto. Sei vespette 50, scooter, decespugliatori, smerigliatrici, avvitatori, saldatrici elettriche, macchine fotografiche, binocoli, telefoni cellulari, canne da pesca. C’era persino un pezzo da collezione: una moto Guzzi degli anni Trenta. Oltre ad un tesoretto in oro, quindi bracciali, collane, gemelli, anelli e orecchini.



Tutta merce rubata considerato che il nucleo familiare dei Lovacovic - formato da papà, figlio, figlia e nipote - era privo di qualsiasi forma lecita di guadagno. L’iter per la confisca era stato avviato nell’aprile del 2013, quando il questore di Venezia propose l’iniziativa ai sensi delle innovative norme introdotte dal codice antimafia del 2011 che hanno ampliato la tipologia di soggetti nei confronti dei quali possono essere applicate le misure di prevenzione di carattere patrimoniale. Nel caso specifico, i beni intestati ai componenti del clan, il cui capo viveva all’epoca dei fatti nel villaggio Sinti di via del Granoturco a Favaro, sono stati ritenuti acquisiti con il reimpiego di denaro proveniente da reati. Vale a dire siccome nessuno dei Lovacovic, tutti pregiudicati a vario titolo, risulta svolgere un lavoro tale da garantire una fonte legittima di guadagno, i soldi per comperare, case, terreni e camper derivano da traffici illeciti. Tutti questi beni tornano quindi ora alla collettività.



Così come era finita in beneficenza buona parte della refurtiva scovata all’epoca nel campo di via Terraglietto. Alcuni beni sequestrati durante l’operazione di polizia, avvenuta il 4 luglio del 2012 e che si era conclusa con l’arresto dei Lovacovic, sono andati ai poveri. Gran parte degli oggetti, laddove possibile, sono stati restituiti ai legittimi proprietari. Quel che è rimasto, invece, è stato regalato all’associazione "Vestire gli ignudi" di don Armando Trevisiol. A consegnare i beni allo storico parroco di Carpenedo era stato il dirigente del Commissariato di Mestre Eugenio Vomiero. Ed ora, con la confisca, si chiude l’opera che trasforma il male in bene.
Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 16:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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