Il ministro Fitto: «Niente fondi Pnrr per gli stadi, ora ci pensa il Governo»

Nessun soldo dall'Europa per il Bosco dello Sport a Venezia e per il Franchi di Firenze

Giovedì 27 Aprile 2023 di Michele Fullin
Il bosco dello sport

VENEZIA - Il Bosco dello Sport di Mestre esce definitivamente dal dossier europeo e diventa un affare interno all'Italia, assieme al progetto per la ristrutturazione dello stadio Franchi di Firenze.

Il ministro per gli affari europei, Raffaele Fitto, ieri prima in Senato (alle 14) e poi alla Camera (verso le 17) ha ribadito ciò che sembrava già chiaro da giorni, cioè che il finanziamento finalizzato alla rigenerazione urbana da 93 milioni non potrà essere utilizzato per la grande opera da 308 milioni che dovrebbe comprendere lo stadio moderno che Venezia non ha mai avuto e un palasport da 10mila posti utilizzabile anche per spettacoli oltre a percorsi salute inseriti in un ambito verde e una nuova viabilità, visto che gli impianti sono previsti su zone agricole non lontane dall'aeroporto Marco Polo.


AFFARE INTERNO
«È noto che il Governo - ha detto il ministro - ha avuto direttamente degli incontri con i sindaci di Firenze e Venezia, un'occasione di approfondire i due progetti e di inviare la documentazione integrativa alla Commissione. In data 22 aprile 2022 con un decreto interministeriale questi due interventi erano stati inseriti nei Piani urbani integrati e che nella relazione semestrale i erano obiettivo raggiunto. È arrivata la valutazione negativa dell'Unione europea sulla finanziabilità e il Governo sta predisponendo i documenti per risolvere questa difficoltà. Resterà il tema di questi due interventi, che non riguarda più l'Unione Europea, ma una dinamica interna di come e se immaginare delle soluzioni condivise».
Come dire che se la sbrigherà lo Stato a dipanare la matassa. Pare che esista già un piano che preveda a saldi invariati l'imputazione dei fondi necessari a una fonte differente. Deve solo valutarsi la fattibilità tecnica e poi il "salvataggio" del Bosco dello Sport su cui la giunta del sindaco Luigi Brugnaro ha puntato risorse e reputazione, potrebbe materializzarsi nei prossimi giorni. I cinque bandi di gara sono peraltro già partiti, nella certezza che fosse sufficiente il via libera del governo di Mario Draghi, che a Bruxelles non è certo considerato l'ultimo arrivato.


RICORSO AL TAR
Intanto, però, per l'ambizioso progetto, c'è un'altra tegola. Proprio oggi, al Tar del Veneto si discuterà il ricorso che un anno fa era stato presentato da Italia Nostra. È la prima udienza, quindi non ci saranno chissà quali stravolgimenti, ma il tema resta molto caldo. Tra i motivi di ricorso presentati (Italia Nostra è stata anche l'associazione a inviare un corposo dossier alla Commissione europea contro il progetto), c'è la presunta "non osservanza della valutazione ambientale strategica condotta dalla Regione Veneto in un'area è sottoposta alla tutela del vincolo paesaggistico della laguna di Venezia e dalla legge sulle vestigia delle prima guerra mondiale (il forte Rossarol)".
Da ultimo, ma non meno importante, oggi in Consiglio comunale a Venezia è prevista una certa agitazione, poiché i gruppi di opposizione alla maggioranza di centrodestra hanno chiamato a raccolta i cittadini critici sul progetto allo scopo di chiedere conto della "perdita dei fondi Pnrr, che si sarebbero potuti usare per le case pubbliche e per le scuole".


ASILI NIDO A RISCHIO
Una vistosa polemica hanno suscitato poi le dichiarazioni di Fitto in merito agli obiettivi da rimodulare entro il 30 giugno.
«La realizzazione degli asili nido e scuole dell'infanzia - ha detto il ministro a palazzo Madama e Montecitorio- la sperimentazione dell'idrogeno nei mezzi di trasporto pubblico e il progetto Cinecittà».
In particolare, sugli asili, il ministro ha detto che «un ritardo complessivo che rischia di mettere in discussione la possibilità per tutti gli interventi di vedere affidati i lavori a giugno 2023. Il Governo - ha spiegato Fitto - si sta confrontando con la Commissione Ue verso l'alto e l'Anci verso il basso con l'obiettivo di capire con l'Anci quanti di questi interventi non riescono a rispettare il target del 30 giugno e come si può, in un confronto con la Commissione Ue una modifica dell'obiettivo intermedio per garantire la realizzazione dell'intervento alla fine del programma».
Da qui è partito il fuoco di fila dell'opposizione.
«Sul Pnrr viene giù la maschera da parte di questo governo. Non indicano le criticità, non credono nella funzione della sanità pubblica e a rischio ci sono anche gli asilo nido. Insomma, la vita delle persone».
Così il capogruppo al Senato del Pd, Francesco Boccia, commenta l'informativa del ministro proprio sui temi del Piano di ripresa e resilienza accusando l'esecutivo anche di mancanza di trasparenza. Il Governo «sta andando avanti senza condividere nulla con gli enti locali. Siamo molto preoccupati ma non gli daremo scampo».
«Il Governo sta cercando di salvare gli asili, salvaguardarli nell'obiettivo finale perché ad oggi sono stati accumulati grossi ritardi - ha concluso il ministro Fitto - Ci sono comuni che riescono a raggiungere il target del 30 giugno e altri non ce la fanno. Noi stiamo trattando con la Commissione Ue per salvare l'obiettivo di 4,6 miliardi di finanziamenti».

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Ultimo aggiornamento: 16:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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