VENEZIA - Continuano in centro storico, in un triste susseguirsi oramai quotidiano, episodi di criminalità e microcriminalità diffusa. Atti più o meno violenti che stanno coinvolgendo varie zone della città lagunare, oltre che di Mestre e provincia. Situazioni che stanno colpendo attività commerciali, pubblici esercizi ma anche comuni cittadini. Con l’unica colpa, in un periodo in cui l’atmosfera tra calli e campi rimanda ai tempi del lockdown della primavera scorsa, di trovarsi nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Questo lo scenario spettrale, a tratti surreale, in cui i veneziani si stanno abituando a vivere: bar e ristoranti chiusi già dalle 18, negozi con le serrande abbassate prima dell’ordinario orario di chiusura a causa dell’improvviso calo della clientela, diventati in breve tempo bersaglio prediletto dei malviventi.
Pronti ad agire nell’ombra, approfittando di una situazione in cui le strade appaiono insolitamente deserte, silenziose e buie, complice anche il recente cambio dell’ora.
«Il signore, sulla cinquantina, mentre stava camminando tranquillamente è stato aggredito alle spalle, all’improvviso, da due giovani che gli hanno intimato di consegnare loro soldi e cellulare. Al rifiuto deciso dell’uomo i due hanno tirato fuori un martello e, minacciandolo, hanno iniziato con questo a spintonarlo. A quel punto l’uomo ha buttato a terra dei soldi, scappando a casa. Le sue condizioni? Da quel che so, conseguenze fisiche per lui non ce ne sarebbero state. Tanto che stamattina (ieri, ndr) si è recato a fare la denuncia». Sulla vicenda alcuni della zona parlano di collegamenti con soggetti – giovanissimi – appartenenti alla baby gang che in passato ha seminato il panico in città. E pertanto già noti alle forze dell’ordine. «L’area tra Sant’Agnese e Accademia, fino alla Salute – continua Baldan, facendosi portavoce dei sentimenti dei suoi parrocchiani – sta diventando rischiosissima. Da quando inizia a far buio, qui è il deserto e gli anziani, tanti nella zona, cominciano ad avere paura ad uscire dopo una certa ora. Quello che ci preoccupa è che non si vedono mai pattuglie passare per queste strade. Si incrociavano durante il lockdown, per sanzionare qualche persona che passeggiava senza autorizzazione. Ma ora…».
Trovare al più presto una soluzione, è l’allarme lanciato dal diacono: «Queste zone vanno presidiate». Ecco allora che alla luce (ma non solo) dei recenti episodi registrati a San Stae, dove i ladri si sono scatenati nella notte fra lunedì e martedì, e in varie aree di Mestre, oggetto di spaccate e furti, il Comune sta cercando di correre ai ripari.
Incrementando il sistema di videosorveglianza con un progetto da 600mila euro co-finanziato dal Ministero dell’Interno. La Giunta, riunitasi martedì, ha infatti approvato una delibera che prevede nuove installazioni in determinate zone del territorio comunale o infracomunale. Il tutto – come recita il testo – nell’ottica di un’opera di prevenzione e contrasto alla criminalità. «Garantire la sicurezza dei nostri cittadini – il commento del sindaco Brugnaro – continua ad essere per noi il primo obiettivo da perseguire».