Mille vittime in provincia, a Natale 670 chiamate d'emergenza al 118

Domenica 27 Dicembre 2020
Mille vittime in provincia, a Natale 670 chiamate d'emergenza al 118

VENEZIA - Superata quota mille. Il giorno di Natale porta a quattro cifre il triste bilancio delle morti in provincia per Covid. Ed anche il giorno che il Suem di Mestre, da settimane sotto stress per il numero di chiamate “da Covid”, ha trattati qualcosa come 670 richieste di intervento o poco meno: e insieme ai malati da gestire ci sono anche i familiari, preoccupati per il repentino aggravarsi delle condizioni dei congiunti o perché anche loro contagiati o in quarantena.
Il bollettino di Azienda zero evidenzia che proprio il 25 dicembre i decessi sono saliti a 1.006, quando mercoledì 23 erano 965 e giovedì 24 erano 990. Ieri per fortunata le vittime sono state “solo” otto, portando a 1.014 il totale delle croci dall’inizio della pandemia, lo scorso 22 febbraio. Rallentano anche i nuovi contagiati di giornata: erano stati 531 mercoledì, balzati poi a 762 giovedì, scesi a 736 a Natale e diminuiti a 644 ieri. Crescono, e non di poco, i negativizzati: in quattro giorni, da mercoledì a ieri compresi, sono aumentati di 4.167 unità. Ora i dati dicono che il totale dei casi positivi nel veneziano sono 36.175, 11.734 gli attualmente positivi, 23.427 i guariti.
Dietro le fredde cifre del bilancio della pandemia, però, ci sono tanti drammi che si sono consumati anche in questi giorni di festa. Con le ultime vittime del Covid a Martellago se ne va anche un pezzo di Venezia. Qui era nato e aveva sempre lavorato Fausto Lamberti, di Olmo, spirato martedì a 91 anni all’Angelo. “Conduttore d’albergo” al “Danieli”, si occupava di arrivo, accoglienza e partenza degli ospiti, tra cui tante celebrità, e “chiedevano tutti di lui - rivela la figlia – Ma la sua passione era la famiglia”. Lascia l’amata moglie Veglia, i figli Elena e Bruno e due nipoti. I funerali lunedì alle 14.30 a Olmo. Era nativa di Murano, dove lunedì alle 11 si terrà il funerale, Maria Luisa Pustetta, 85 anni, spirata sabato 19 a Dolo. Da 45 anni abitava a Olmo, ma era molto conosciuta a Venezia avendo gestito fino al 2009 un negozio di souvenir in Lista di Spagna. Minata da un linfoma, è una dei 123 degenti contagiati della casa di riposo Anni Sereni, «dove il virus è entrato e ha fatto una strage. La positività per lei è stata una sentenza. Una brava sposa e madre: ha sempre lottato nella vita», la ricorda il figlio Massimiliano, che ha apprezzato le condoglianze spedite dal governatore Luca Zaia. Ospite di Anni Sereni, ma solo diurna, anche Caterina Bettin, 94 anni di Martellago, che però, essendo stato sospeso il servizio da dicembre, dev’essersi contagiata dopo. Risultata positiva il 16, è stata trasferita a Dolo ma mercoledì è morta. Casalinga, sarta per passione – confezionava vestiti per bambini per le missioni -, e molto religiosa, lascia i figli Giancarlo e Maurizio e 4 nipoti. I funerali, mercoledì alle 15 a Martellago.
Lutto anche a Dolo, dove in molti ricordano Carlo Giraudo, 84 anni, ex calciatore del Padova che per anni aveva gestito una gioielleria in centro che era stata rapinata in tre occasioni. Ricoverato da un mese a Padova, negli ultimi giorni la situazione è precipitata fino al decesso. Unico conforto pe i familiari, la presenza delal figlia alalquale è stato concesso di rimanere vicino al padre nelle ultime ore di vita. Il Covid ha poi strappato agli affetti più cari anche Fulvio Peressutti, anni 67 di Gruaro. L’uomo, imprenditore agricolo nel campio dei pioppeto, era stato ricoverato in paio di settimane fa a Jesolo dopo aver contratto il virus. Trasferito nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Portogruaro, ieri pomeriggio è deceduto. «È sempre stato un gran lavoratore - ricordano gli amici - fin da giovane si è appassionato dei pioppi di cui ha fatto una ragione di vita e quindi un lavoro». 
Peressutti, titolare di una impresa agricola di Gruaro, era attivo tra la Destra Tagliamento, la Bassa friulana e il Portogruarese con diversi pioppeti.

Spesso era proprio Peressutti a proporre a chi aveva degli appezzamenti di terreno di investire assieme nei pioppi di cui era un profondo conoscitore. «Ha sempre lavorato - spiegano gli amici - era infaticabile tanto da vederlo faticare anche la domenica. Quando un paio di settimane fa è stato ricoverato per il virus, subito è apparsa la difficoltà respiratoria. Purtroppo, nonostante le cure, la situazione è precipitata». Peressutti, attivo anche alla Cia di Portogruaro, la Confederazione degli agricoltori, era molto conosciuto nel settore tanto da essere chiamato da chiunque avesse qualche difficoltà con i pioppeti. Lascia una figlia di 17 anni che vive con la ex moglie a Conegliano.

Ultimo aggiornamento: 09:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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