Michele Placido alla Mostra del Cinema di Venezia. «Qui dovrebbe esserci una scuola di cinematografia»

Martedì 6 Settembre 2022 di Alda Vanzan
Michele Placido
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Per arrivare al Lido di Venezia, alla presentazione del film Ti mangio il cuore del regista pugliese Pippo Mezzapesa, in cui è uno dei capifamiglia della quarta mafia, ha viaggiato tutta la notte, reduce da uno spettacolo a Caserta. «Sono arrivato in piazzale Roma alle 5 del mattino, ho visto sorgere il sole, c'era una luce straordinaria, la visione di Venezia mi ha lasciato senza parole, ho avuto una sensazione orgogliosa di quella che è la cultura veneta.

E ho pensato: quanto mi piacerebbe vivere qui».


Michele Placido, 76 anni, attore, regista e sceneggiatore, alla Mostra del cinema di Venezia c'è stato tante volte, anche in giuria. La prossima stagione teatrale sarà con gli Stabili del Veneto e del Friuli Venezia Giulia in un'opera di Carlo Goldoni, La bottega del caffè.


Michele Placido, davvero le piacerebbe vivere a Venezia?
«Eravamo in motoscafo la mattina presto, io e due miei amici, appena arrivati in città dopo il viaggio notturno, diretti al Lido. Lo so che sembra strano detto da un uomo di cinema, ma sul serio c'era una luce incredibile. Ci siamo fatti tutti quasi contemporaneamente la stessa domanda: ma tu vivresti a Venezia? Io sì. Perché quando attraversi il Canal Grande, con tutti questi palazzi, questo splendore, vedi la storia. Non c'è un'altra città come Venezia, anche se deve fare i conti con il fenomeno del turismo».


Infatti dal prossimo gennaio sarà obbligatoria la prenotazione, ci sarà anche un contributo di accesso da pagare. Una scelta corretta?
«Non conosco la strategia politica alla base di questa decisione, posso pensare che sia una scelta assunta per proteggere la città. Forse non è giusto, ma Venezia è un museo a cielo aperto, unico al mondo, è chiaro che bisogna creare più ordine».


Alla Mostra del cinema di Venezia ha partecipato tante volte. E nel 2006 ha fatto parte della giuria di Venezia63. Com'è la vita del giurato?
«La vita da giurato? Eh...» (ride).


È passato un po' di tempo, può dirlo adesso.
«Intanto dipende da chi è a capo della giuria. Quell'anno presidente era Catherine Deneuve, che è stata appena premiata con il Leone d'oro alla carriera. Catherine ha una personalità molto forte, abituata con Luis Buñuel, con i grandi autori, è per il cinema di qualità. Però io penso che i festival - in generale, ma soprattutto Venezia - dovrebbero aprire ancora di più ai giovani».


In che senso?
«Il festival dovrebbe diventare anche terra di studio della cinematografia, non restare racchiuso solo in questi dieci, dodici giorni e poi tutto finisce e se ne riparla l'anno dopo. Se è vero che questo di Venezia è il primo festival al mondo, il più antico, perché non creare qui al Nord una grande scuola di cinema, con corsi ai quali partecipino durante tutto l'anno i grandi registi? Sono sicuro che amerebbero avere a Venezia una sede in cui si studi cinematografia. Io ci verrei di corsa». Sorride: «Così ne approfitterei per trasferirmi a Venezia».


Si rimetta nei panni del celebre commissario Cattani: oggi indagherebbe sul caro prezzi?
«Su quello che sta avvenendo in questi giorni e che sta riducendo il potere d'acquisto delle famiglie? È un problema europeo, però ci vorrebbe molto coraggio da parte dei politici per affrontare il tema. Si dicono tante cose: troveremo un accordo con la Russia, andremo a prendere il petrolio nel Congo... Ma bisogna tenere conto anche degli altri, ad esempio la Toscana per tutelare il paesaggio ha una legge che vieta le pale eoliche. Il fatto è che dieci, quindici anni fa è mancato il coraggio e il lavoro per rendere il nostro paese autonomo dal punto di vista energetico, senza dipendere più dall'estero. Ecco, su questo credo che Cattani farebbe una bella indagine per capire che interessi ci sono stati».


Il prossimo 25 settembre le elezioni Politiche. Voterà?
«Non mi chieda per chi, perché c'è il rischio che tutto venga strumentalizzato, ma sì, certo che voterò. E invito i giovani ad andare tutti a votare, anche per un voto di protesta se vogliono, ma votare è importante».
 

Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 13:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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