MESTRE - Mentre si attende una decisione del giudice sulla richiesta di sequestro del cantiere presentata dall'avv. Elio Zaffalon per conto degli ambientalisti, proseguono le raccolte firme e le petizioni, gli esposti e le denunce contro la lottizzazione della Dream House in via del Tinto.
LA CRONISTORIA
Il caso scoppia nel 2008 quando il Comune scopre che quei campi di pannocchie a ridosso del bosco di Carpenedo possono trasformarsi in un nuovo quartiere grazie a un intervento della Regione che ha triplicato i metri cubi che il Comune aveva autorizzato, da 2 mila a 6.970 mila. L'allora consigliere comunale Valerio Lastrucci commentava dai banchi di Ca' Farsetti: «A Venezia basta avere gli amici giusti per ottenere quello che si vuole». Il cambio in corsa delle cubature, targato Forza Italia, aveva fatto lievitare il valore dell'area. Ma l'intera operazione non aveva fatto i conti con la crisi innescata dal fallimento della Lehman Brothers e la crisi del settore edilizio. E infatti otto anni dopo Il Tinto srl porta i libri in Tribunale. I soci, che nel frattempo hanno costituito la Defin srl, socio unico della Tinto srl e cioè Giordano De Munari, Lionello Barbuio, Paolo Zamengo, De Munari costruzioni e Paolo Fontana dichiarano fallimento e il terreno va all'asta. Viene acquistato il 28 febbraio 2017 da Marino Bergo, amministratore unico e legale rappresentante della Dream House srl con sede a Martellago. Il prezzo concordato è di un milione e mezzo, con una svalutazione dunque del 70% del prezzo iniziale. Ma, nonostante il prezzo stracciato, la Dream House ha deciso di costruire su quel lotto di quasi 9 ettari ben 28 edifici per complessivi 20.936 metri cubi, dieci volte quel che era stato autorizzato dal Comune negli anni 90. A ridosso di villaggio Sartori sorgeranno una dozzina di condomini di 5 appartamenti l'uno e una serie di villette. Insomma un quartiere nuovo che si chiamerà Residence Bosco di Mestre, che suona come una beffa alle orecchie degli ambientalisti. Ma chi acquista prezzi a partire da 450mila euro - sa che la Dream House costruisce bene e ha le spalle solide visto che aveva concorso all'acquisto del terreno dell'ex Umberto I. La Dream House aveva offerto 26 milioni di euro, segno di una solidità finanziaria fuori dal comune. E infatti la Dream House non è di Marino Bergo, che possiede solo il 30 per cento della società, ma della famiglia Campagnaro, che possiede il 70% della società con la New Som spa. Flavio Campagnaro è un notissimo grossista di frutta e verdura con base a Marghera, ma soprattutto a Padova. Lavora molto con i Paesi dell'Est e ha diversificato man mano gli investimenti buttandosi sull'immobiliare. Campagnaro è stato tra i protagonisti dello spostamento del mercato ortofrutticolo da via Torino a Marghera, sui terreni di Mevorach. Intanto nel tourbillon di società, ecco che ne appare un'altra, la Villa van Axel srl che ha preso il posto della Dream House. In questa Villa van Axel con sede legale a Spinea troviamo sempre i Campagnaro con New Som e Suninvest e pure Sibilla costruzioni e Pesce Invest srl. (m.dia.)