Sparatoria all'ex Auchan, condanna di 10 anni e 8 mesi al rapinatore solitario

Martedì 6 Giugno 2023 di Roberta Brunetti
Sparatoria all'ex Auchan, condanna di 10 anni e 8 mesi al rapinatore solitario

MESTRE - Non ci sono attenuanti per quei colpi sparati contro la guardia giurata che aveva appena preso in consegna gli incassi dell'ipermercato Conad, ex Auchan. Colpito all'inguine, la vittima poteva restare uccisa, invece si salvò (per un paio di centimetri la pallottola non centrò l'arteria femorale), reagì e riuscì pure a bloccare il rapinatore. Ieri, a nove mesi dai fatti, Luigi Carta - 66enne di origine sarde, ma residente a Udine, alle spalle una serie di precedenti da "rapinatore solitario" - è stato condannato a 10 anni e 8 mesi per tentato omicidio, rapina e porto abusivo d'arma. Una sentenza senza sconti (se non quello, di un terzo, per il rito abbreviato), pronunciata dal giudice per l'udienza preliminare di Venezia, Daniela Defazio.

Lo stesso pubblico ministero, Giorgio Gava, aveva chiesto una condanna di poco inferiore: 9 anni.

Per un alleggerimento del capo d'imputazione, invece, con la derubricazione del reato di tentato omicidio in lesioni, si era battuto il difensore dell'imputato, l'avvocato Marco Zampini, che aveva fatto cenno anche a una lettera di scuse inviata, qualche mese, da Carta alla guardia giurata ferita. Argomentazioni che non sono state accolte dal giudice, che ora spiegherà le sue ragioni nelle motivazioni della sentenza. In attesa del loro deposito, il difensore ha già annunciato l'intenzione di ricorrere in appello. In udienza non si sono costituiti le parti offese: né l'agente rimasto ferito, né il suo collega che lo aveva aiutato a fermare il rapinatore, né la società di vigilanza.


L'ASSALTO
Il colpo del 10 settembre scorso aveva particolarmente colpito l'opinione pubblica, perché fu messo a segno a metà mattina, con il centro commerciale in piena attività, ma anche per la violenza del rapinatore e la reazione coraggiosa della guardia giurata. Il portavalori della Civis era arrivato al centro commerciale "Le Porte" poco dopo le dieci e mezza. Il capo macchina, Luca Girardini, aveva appena ritirato da Iperconad due borse, ripiene di 45mila euro in contanti, e stava per tornare al furgone, quando comparve Carta. Pistola in pugno, il rapinatore gli intimò di consegnare il denaro, ma non avendolo ricevuto «immediatamente» - come precisano gli atti d'indagine - iniziò a sparare. Più colpi diretti a Girardini, che fu ferito all'inguine. Dolorante e zoppicante, la guardia giurata riuscì comunque a disarmare il rapinatore e a trascinarlo nel furgone, dove ad aiutarlo arrivarono prima il collega autista, poi i poliziotti delle volanti. Quel colpo all'inguine non uccise Girardini per un paio di centimetri: la distanza dall'arteria femorale appunto. Fu sottoposto a un delicato intervento, quindi a un percorso riabilitativo. A gennaio era già rientrato al lavoro. Quando Carta gli scrisse la lettera di scuse, le rispedì al mittente: «Non intendo né perdonare e penso sia molto, molto difficile dimenticare la storia».


LA REAZIONE
Una ferita aperta, confermata ieri dalla moglie di Girardini, Gianna Gialone. «Dieci anni per un rapinatore che ha sparato a sangue freddo sono una delusione - il suo commento a caldo -, anche perché la prospettiva è che questa persona esca già tra qualche anno, magari per buona condotta. Sarebbe una beffa. Mio marito ha ancora i dolori per quella ferita. L'avvocato ci ha consigliato di non costituirci parte civile, tanto l'imputato risulta non avere beni per risarcirci. Ma questa non è giustizia!».

Ultimo aggiornamento: 09:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci