MESTRE - «Ormai i tossicodipendenti del quartiere li conosciamo personalmente, alcuni da anni ed è penoso vedere come si sono trasformati a causa della droga nel corso del tempo. Ultimamente si vedono molti più ragazzi stranieri rispetto al passato, prima c’erano più italiani che gironzolavano per il quartiere in cerca di roba, e sono sempre più giovani: ho visto ragazzi di vent’anni ma anche 18enni o anche meno. Molti probabilmente appartengono a quei gruppetti di “pendolari dello sballo” che vengono in città nel weekend in cerca di droga a buon mercato e alloggiano nelle strutture vicino la stazione».
Degrado
È l’ennesimo racconto di ordinario degrado, quello di un giovane abitante di via Ariosto, che preferisce non comparire con nome e cognome, «perché non si sa mai... - riprende - Sono disposti a tutto pur di trovare una dose: dietro casa mia si prostituiscono le ragazze per potersi permettere la droga e le lascio immaginare cosa si trova per strada, tra rifiuti organici, siringhe, preservativi ed escrementi». Un racconto di esasperazione per la situazione incresciosa e per la rassegnazione di alcuni dei residenti, che “sembra che si stiano assuefacendo al degrado, e questa è la cosa peggiore perché non bisogna smettere di lottare e indignarsi. Io chiamo tutti i giorni la polizia perché vedo decine di persone sotto casa, a volte anche nel cortile interno del condominio, o nel sottopassaggio che porta alla stazione, che a qualsiasi ora consumano droga. Quelle sono zone in cui passano lavoratori, io in primis, lavorando alle ferrovie, ma anche anziani, donne da sole, ragazzini, famiglie. Non è possibile che debbano schivare le siringhe, o scavalcare queste persone stravaccate per terra intente a farsi».
Come molti abitanti di Mestre, anche l’anonimo residente di via Ariosto è dell’idea che l’istituzione di “stanze del buco” risolverebbe molti problemi: “attrezziamo delle zone per loro, con l’assistenza necessaria, così almeno li togliamo dalla strada”. La tentazione di farsi giustizia da soli è forte, soprattutto quando non si vede una risposta tempestiva da parte delle forze dell’ordine: «Un paio di volte, esasperato, sono sceso in cortile con una mazza da baseball per cacciare gruppetti di tossici che entrano, si drogano e lasciano i loro “ferri del mestiere” per terra. Non so quanto possa servire segnalare queste situazioni ma ci ascoltano solo i giornali, ma continuiamo a sperare che le autorità si decidano a fare qualcosa».
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