Raid sulle auto a Mestre: lunotti e finestrini sfondati, colpite 40 auto in 20 giorni

Martedì 1 Febbraio 2022 di Davide Tamiello
Raid sulle auto a Mestre: lunotti e finestrini sfondati, colpite 40 auto in 20 giorni
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MESTRE - Più di quaranta macchine danneggiate nel giro di una ventina di giorni, cinque soltanto la notte scorsa. I residenti del rione Piave, dall'inizio dell'anno, stanno vivendo un vero e proprio incubo: qualcuno, infatti, sta passando in rassegna tutte le macchine parcheggiate, sfondando finestrini e lunotti, per rovistare negli abitacoli alla ricerca di qualcosa di utile.

I residenti sono esasperati e più di qualcuno, in questo momento, starebbe pensando di organizzare un servizio di ronda nel quartiere. Perché i ladri non sembrano spostarsi di molto (anche se ieri notte, a dire il vero, un altro raid è stato messo a segno nel parcheggio sotto la rampa cavalcavia, con un'altra decina di auto colpite): le vie più martoriate sono via Fiume e via Felisati (due notti fa una decina di vetture nel mirino). Sull'episodio stanno indagando le forze dell'ordine: l'ipotesi è che si tratti di un gruppetto di clienti degli spacciatori della zona. Qualcuno, cioè, alla ricerca di qualche monetina, tanto da racimolare la cifra sufficiente ad acquistare un paio di dosi di eroina.


«SI MUOVA IL PREFETTO»
Tra le vittime dei furti anche la consigliera di Municipalità fucsia Maria Pia Teso, con delega specifica (peraltro) su via Piave: la sua auto, in meno di una settimana, è stata colpita già due volte. «I residenti della zona sono stanchi, questi furti sono frustranti - dice - i ragazzi della polizia locale stanno facendo un lavoro immenso, ma non possiamo pretendere che su via Piave ci siano solo loro, altrimenti dovremmo averne quattro volte tanto. È fondamentale che il prefetto incarichi anche le altre forze dell'ordine di dedicare maggiore attenzione a questo quartiere: non è possibile che la gente debba passare notti insonni per il timore di ritrovarsi, al mattino, con un finestrino sfondato». I residenti chiedono, inoltre, che vengano installate delle telecamere: in via Fiume è stata cambiata completamente l'illuminazione e questo ha spostato altrove, almeno in parte, l'attività degli spacciatori. I loro clienti, però, non sembrano essersi accorti del cambiamento.


IL PRECEDENTE
Un paio d'anni fa un'altra zona aveva avuto un problema analogo: nei dintorni del parco Bissuola, infatti, un 35enne della Sierra Leone aveva scatenato il panico per mesi. Mohammed Drammeh, detto il Mummia per i suoi lineamenti spigolosi, aveva preso a martellata una sessantina di auto. In quel caso sembrava più quasi un atto di vandalismo, che di un tentativo di furto: l'uomo, infatti, ben conosciuto dalle forze dell'ordine per una lunghissima lista di precedenti che andavano dalla resistenza a pubblica ufficiale all'aggressione, passava in rassegna le auto con un martello senza neppure guardarvi all'interno. Il succo, però, non cambia, visto che il disagio per la vittima è esattamente lo stesso. Per un corto circuito burocratico con il suo paese d'origine, la Sierra Leone, l'uomo non si può espellere. Arrestato dalla polizia un anno fa per un cumulo di reati, rimarrà in carcere almeno per un altro anno.

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