MESTRE - Parte dei lavori di sistemazione del parco di San Giuliano, effettuati nel 2019 per realizzare strutture a servizio delle grandi manifestazioni, sarebbero stati pagati più del dovuto e nella rendicontazione di alcuni stati di avanzamento sarebbero stati commessi dei falsi. È quanto ipotizza la Procura di Venezia che, a conclusione di un'indagine inizialmente partita per presunte violazioni ambientali, ha messo sotto accusa cinque persone: i due titolari dell'impresa, i veronesi Ugo Guglielmo e Davide Brunelli, rispettivamente 51 e 54 anni; la responsabile del procedimento, Silvia Loreto, 62 anni, di Mestre; il direttore dei lavori, Roberto Buzzo, 66 anni, di Martellago, e il dirigente dei Lavori pubblici del Comune di Venezia, Simone Agrondi, 48 anni, di Mogliano Veneto.
LA FRODE
L'ipotesi di frode nelle pubbliche forniture è formulata a carico di Buzzi e dei due Brunelli, dell'impresa Brunelli Placido Franco srl, di Rovarè veronese. I tre sono chiamati a rispondere anche di falso ideologico, mentre Loreto e Agrondi sono accusati soltanto di falso ideologico. Le indagini preliminari sono state chiuse da poco e le accuse dovranno essere provate nel corso di un processo: l'udienza preliminare si dovrebbe aprire prima dell'estate. Il pm Andrea Petroni contesta ai Brunelli di aver fatto figurare come eseguite, in due stati di avanzamento del maggio e del luglio 2019, alcune opere che in realtà non sarebbero state realizzate, o comunque erano difformi al previsto, con il risultato di un esborso di quasi 140 mila euro in più. A Buzzo viene contestato di non aver effettuato i necessari controlli sulla conformità dei lavori rispetto a quanto previsto.
Loreti e Agrondi, a loro volta, sono chiamati in causa in relazione a due mandati di pagamento liquidati all'azienda nei quali veniva attestata la conformità delle spese per come risultante della contabilità provvisoria che, secondo la Procura, era in realtà assente.
RIFIUTI
Nel corso delle indagini sono emerse anche alcune presunte irregolarità nel trattamento dei rifiuti - tra cui fibre di amianto - conseguente ai lavori di scavo; irregolarità per le quali il pm Petroni ha emesso un decreto penale di condanna nei confronti di Ugo Guglielmo Brunelli, Buzzo e il veronese Roberto Venturini, 52 anni, della società MM Scavi srl di Zevio. La difesa ha presentato opposizione e dunque anche questa vicenda sarà discussa a processo.
Infine le iniziali contestazioni ambientali: l'autorizzazione paesaggistica inizialmente mancante, è stata nel frattempo rilasciata e, di conseguenza, la Procura ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta.