MESTRE - Una nuova cura salvavita è ora disponibile all'ospedale dell'Angelo: si chiama "fotochemioterapia anticorporea", una procedura che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue (leucemie, linfomi, mielomi) e di altre malattie ematologiche.
L'INTERVENTO
Dal punto di vista tecnico, sottolineano gli specialisti, «con la fotochemioterapia extracorporea si agisce sulle cellule mononucleate circolanti del paziente, dopo averle prelevate, con il paziente allettato per poche ore nell'ambulatorio dedicato». I leucociti (globuli bianchi) del soggetto, temporaneamente prelevati, vengono irradiati con luce ultravioletta in presenza di un farmaco che è fotosensibilizzante e capace di stabilire legami con la doppia elica del Dna, dando luogo all'inizio del cosiddetto "processo di apoptosi", che è utile a prevenire il rigetto e in definitiva a rendere efficaci le cure. La procedura è nata a fine anni Ottanta come terapia di prima linea nella cura dei tumori della cute e in seguito si è dimostrata efficace anche nel trattamento di condizioni cliniche complesse. L'équipe medica coinvolta è costituita dalla dottoressa Giulia De Fusco, responsabile del settore di Aferesi terapeutica e Processazione Cse, dalla dottoressa Francesca Polese, responsabile dell'ambulatorio ematologico del Servizio trasfusionale, dalla dottoressa Enza Coluccia, referente qualità del programma trapianto Cse per l'unità di Raccolta e Processazione di Mestre, con la collaborazione dello staff infermieristico coordinato dalla dottoressa Michela Pivetta.
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