Oncologia di Mestre e Venezia, cresce la spesa per i farmaci chemioterapici: 11milioni e mezzo all'anno. «Perché oggi si vive di più»

Lunedì 13 Marzo 2023 di Alvise Sperandio
Oncologia di Mestre e Venezia, cresce la spesa per i farmaci chemioterapici: 11milioni e mezzo all'anno. «Perché oggi si vive di più»

MESTRE - Cresce la spesa per i farmaci contro i tumori, perché per fortuna si sopravvive di più e, perciò, i pazienti vanno curati per più tempo. Il dato è chiaro: negli ultimi otto anni l'Oncologia di Mestre e Venezia ha raddoppiato il budget per i farmaci chemioterapici, arrivando a spendere 11 milioni e mezzo di euro l'anno negli ospedali dell'Angelo e al Civile, dov'è primario unico Paolo Morandi.

La cifra in tutta la Ulss 3 Serenissima ammonta invece a 20 milioni, che a loro volta raddoppiano a 40 se nel computo si calcolano anche le cure di Ematologia. Cifra che, nel complesso, corrisponde al 24% della spesa totale dell'azienda sanitaria.

L'EVOLUZIONE

«Questo dato riflette i grandi miglioramenti che nell'ultimo decennio sono stati introdotti contro il cancro», dice il dottor Morandi, 64 anni, primario in città dal 2013 dov'è arrivato da Vicenza. La novità che si sta rivelando decisiva, in positivo, per tanti pazienti si chiama immunoterapia, la nuova frontiere di cura per antonomasia. «Si aggiunge o sostituisce le cure tradizionali spiega Morandi In pratica i farmaci vanno a risvegliare il sistema immunitario e lo spingono a combattere la malattia. Ciò ha permesso di allungare la sopravvivenza di tante persone: chi non può guarire può comunque essere trattato più a lungo con buoni risultati e senza una compromissione significativa della qualità della vita a causa degli effetti collaterali».
Morandi guida un'équipe di 10 medici. Ogni giorno sono circa 60 i pazienti che vengono curati presso le due Unità operative di Mestre e Venezia, che possono contare su due day hospital, un ambulatorio di controllo, cinque ambulatori di visita, un ambulatorio con accesso preferenziale in caso di urgenza. Le degenze sono solo al Civile, otto posti letto; a Mestre, invece, non ce ne sono mai state anche se il primario ha fatto capire all'Ulss che sarebbe bene averne e c'è un ragionamento in corso per una dotazione nel futuro "Angelino", il nuovo blocco che porterà all'ampliamento dell'ospedale. «Abbiamo registrato un aumento del 10% delle persone in cura rispetto al 2019 prosegue Morandi Le prestazioni annue sono salite negli ultimi quattro anni del 20%, da 18.400 a 23.100, a ulteriore conferma che oltre ai casi di nuova malattia che vengono presi in carico per la prima volta, ci sono più pazienti che vivono più a lungo grazie a cure più efficaci. Questa è la sfida del futuro, accompagnare i pazienti a una fase di convivenza più lunga con la malattia rispetto alla quale dobbiamo imprimere un cambiamento culturale».

LA TENDENZA

Al netto dei guariti, che sono coloro che non presentano più segni di malattia a cinque o 10 anni dalla diagnosi, considerando chi convive con una neoplasia c'è una tendenza di crescita costante del 3% per anno e in totale il loro incremento negli ultimi 10 anni è del 37% circa. L'immunoterapia si sta dimostrando molto utile ad esempio nei tumori del polmone (eccetto il microcitoma), quelli del rene e della vescica, nel melanoma metastatico della pelle sul quale c'è un risultato incoraggiante: se una volta la sopravvivenza era di qualche mese, ora la metà dei pazienti riesce a raggiungere un periodo tra i due e i cinque anni. «L'altra grande novità sottolinea Morandi è data dalla cosiddetta carta d'identità genetica del tumore, con la quale il patologo è in grado di inquadrare la situazione di ciascun paziente, impostare l'approccio terapeutico e capire cosa sia più utile fare».

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