Caccia ai lavoratori "fantasma": uno su 4 ufficialmente non esiste. Sospese nove ditte

Domenica 23 Settembre 2018 di Monica Andolfatto
Caccia ai lavoratori "fantasma": uno su 4 ufficialmente non esiste. Sospese nove ditte
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MESTRE - Maschio, con un'età compresa fra i 30 e 35 anni, italiano e straniero, spesso disoccupato ma anche inoccupato. È questo il profilo del lavoratore in nero nella provincia di Venezia per quanto riguarda i settori della ristorazione e dell'agricoltura che emerge dal report conclusivo della campagna ispettiva condotta questa estate dal Nucleo operativo del Gruppo tutela lavoro lagunare, guidato dal maggiore Gianfranco Albanese, con il supporto dei carabinieri del comando territoriale preziosi per la loro conoscenza approfondita delle dinamiche territoriali, anche occupazionali e produttive. Rispetto agli accessi eseguiti fra maggio e agosto in 35 ditte, esaminando un totale di 137 posizioni, il dato che emerge è che, all'incirca, un dipendente su 4 risulta fantasma: sono infatti 29 le persone che pur fornendo la loro prestazione in maniera continuativa, tutti giorni, rispettando orari di lavoro, turni e gerarchie, non risultavano nella pianta organica dichiarata; 120mila euro il totale delle multe comminate.
«Allo stato attuale non possiamo parlare di caporalato - spiega il maggiore Albanese - né di episodi di sfruttamento selvaggio, altrimenti non ci saremmo limitati a sanzioni e sospensioni. Certo è che il lavoro nero è un fenomeno che esiste in tutte le regioni e che va investigato sia per eliminare sacche di concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori che applicano le regole, sia per garantire agli stessi lavoratori dignità di trattamento e cosa ancor più importanza sicurezza sul posto di lavoro».
DIETRO IL BANCONEDal Lido a Eraclea, da Caorle a Jesolo, da Chioggia a Bibione: sono 21 le aziende controllate nel settore della ristorazione, in particolare pizzerie e kebab, e in 15 sono state riscontrate irregolarità di varia natura. I lavoratori monitorati sono stati 64, dei quali 23 extracomunitari. I lavoratori in nero sono risultati 13, ovvero il 20%, mentre sei sono le attività che si sono viste abbassare le serrande in quanto, come previsto dalla normativa, la percentuale della manodopera non assunta superava il 20% dell'organico ufficiale. Nel dettaglio: due a Caorle, una pizzeria con 5 lavoratori in nero tutti italiani, e un esercizio etnico bengalese con un lavoratore in nero; due a Bibione, un pub del centro (2 italiani) e un esercizio etnico bengalese (1); a Jesolo un bazar cinese (2) e infine a Chioggia un altro bazar stavolta indiano (1). Per quanto riguarda il rispetto della normativa sulla sicurezza sono risultati otto i titolari denunciati, nove le prescrizioni di adeguamento e l'ammontare di 58mila euro in sanzioni amministrative.
NEI CAMPIChioggia, Scorzé, Mira, San Michele al Tagliamento e Portogruaro: sono queste le zone in cui si è focalizzata l'attenzione dei militari specializzati dell'Arma sul fronte della repressione del lavoro nero nei campi nella stagione di coltivazione e raccolta di frutta e verdura. Tre le imprese, sia a conduzione familiare che industriale, costrette a chiudere il tempo necessario a regolarizzare i lavoratori in nero e pagare oltre alle multe, anche tutti corrispettivi dovuti e non versati: contributi previdenziali, premio Inail, ratei tfr, ferie, ecc. Il caso più eclatante nelle campagne della Città del Lemene: una azienda agricola impiegava nelle raccolta di pere e uva ben 8 lavoratori in nero. E aguai a provare a giustificare tale prassi - pare consolidata - con l'esigenza di flessibilità legata ai picchi produttivi stagionali. Attività sospesa anche per una ditta di Scorzé produzione e vendita di ortaggi - e per una di Chioggia specializzata nella coltivazione e commercializzazione del radicchio, fra i prodotti tipici locali più rinomati. La titolare dell'azienda di Scorzé si è vista deferire all'autorità giudiziaria anche per violazione della normativa sull'immigrazione, in quanto uno dei suoi addetti è risultato pure privo di permesso di soggiorno, ovvero clandestino.
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