Mestre. L'hotel Russott a rischio chiusura: 20 dipendenti e il personale dell'indotto quasi su strada

Giovedì 2 febbraio al ministero del Lavoro l'incontro decisivo.

Mercoledì 1 Febbraio 2023 di Elisio Trevisan
L'hotel Russott a rischio chiusura: 20 dipendenti e il personale dell'indotto quasi su strada

MESTRE - Venti dipendenti e il personale dell'indotto sono quasi su una strada per licenziamento e chiusura, a meno che qualche santo non li salvi in extremis. Sono i lavoratori dell'hotel Russott di San Giuliano, l'ex hotel Ramada nato negli anni Ottanta a ridosso dell'area verde abbandonata che sarebbe poi diventata il parco di San Giuliano aperto nel 2004.

Quando aprì fu un mezzo scandalo perché nessuno si aspettava un hotel di lusso in quell'area, e in breve diventò uno dei centri della vita politica cittadina, ospitando incontri e convegni soprattutto del Psi. Col tempo passò nelle mani del gruppo Rgh, Russotti gestioni hotels, che, oltre a San Giuliano, ne ha altri quattro: il Milan Marriot a Milano, il Rome Marriot Park Hotel a Roma, l'Ortea Palace Luxury Hotel a Siracusa, e l'Rg Naxos Hotel a Taormina.

LA STORIA

Da quando venne costruito, l'albergo non ha subito importanti lavori di adeguamento e, col passare degli anni, è invecchiato e avrebbe bisogno di una profonda ristrutturazione. «Ha la piscina utilizzata per l'antincendio. Da questo a chiuderlo, però, ce ne passa» commenta Nicola Pegoraro, segretario Fisascat Cisl che per oggi alle 15 ha organizzato un presidio di protesta proprio davanti all'hotel: «La società intende licenziare tutti i dipendenti di Mestre e altri 14 a Taormina dove, però, non chiuderà la struttura ma ne approfitta per dare una sforbiciata agli organici». La vicenda è iniziata lo scorso ottobre quando il delegato aziendale del Russott ha chiamato il segretario Fisascat segnalandogli che dal primo di novembre 2022 la proprietà avrebbe voluto lasciare a casa tutti e chiudere. «Nei primi incontri i rappresentanti della società ci hanno detto che la struttura è vecchia e non ci vogliono dire se vendono o se restituiscono la licenza al Comune. - continua Pegoraro - D'altro canto hanno cambiato idea più volte, inizialmente ci avevano comunicato che avrebbero voluto licenziare 14 dei 19 dipendenti fissi e aprire solo d'estate, con nostro grande stupore visto che tutti gli hotel del veneziano ormai tendono a lavorare l'intero anno. E comunque è anche ben strano che un hotel chiuda mentre tutti gli altri del territorio lavorano un sacco. Lo stesso Russott, da quel che ci dicono i dipendenti, sarebbe già pieno di possibili prenotazioni per il 2023. E poi è vero che l'albergo è vecchio ma molte compagnie sono sul mercato alla ricerca di strutture ricettive da rilevare».

INCONTRO DECISIVO

Domani al ministero del Lavoro si terrà quello che dovrebbe essere l'incontro decisivo: «Purtroppo abbiamo scarse speranze che la proprietà concordi con la nostra proposta, che è quella di mettere i dipendenti in cassa integrazione e ristrutturare o vendere l'edificio in modo da salvaguardare i posti di lavoro. In mancanza di una soluzione partiranno le lettere di licenziamento. Per questo abbiamo chiesto un incontro all'Ava, Associazione veneziana albergatori, e all'assessore allo Sviluppo economico, Lavoro e Turismo del Comune, Simone Venturini».

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