Stop a tutti i funerali in cimitero a Mestre: non ci sono preti per celebrarli

Lunedì 27 Giugno 2022 di Alvise Sperandio
Stop a tutti i funerali in cimitero a Mestre - Foto di Rafael Rodríguez Ortiz da Pixabay
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MESTRE - «La messa della domenica non viene più fatta perché non ce la facciamo. Non ci sono preti disponibili». Questa la risposta che don Natalino Bonazza, vicario foraneo di Mestre, ha dato ieri in cimitero al termine dell'ultima celebrazione festiva in programma, ai fedeli che gli chiedevano spiegazioni sul nuovo assetto deciso dopo le dimissioni di don Armando Trevisiol: sospensione della messa domenicale almeno per luglio e agosto, cancellazione della feriale salvo una messa il mercoledì mattina, stop a tutti i funerali che d'ora in poi andranno celebrati solo nelle parrocchie, offerte destinate alle opere caritative della diocesi e alla pastorale del lutto.


POCHI CELEBRANTI
«Non è vero che non ci sono sacerdoti.

In questi ultimi mesi la parrocchia di Carpenedo ha aiutato, non potrebbe proseguire»? la replica di alcuni fedeli. «Come parrocchia, se serve, ci siamo e ci saremo», conferma a distanza il parroco don Gianni Antoniazzi. Negli ultimi tre mesi, in cui don Armando ha preso riposo per motivi di salute prima del definitivo passo indietro, dai Santi Gervasio e Protasio a dare una mano sono giunti anche i collaboratori anziani padre Vincenzo Pavan e don Mario Ronzini. Intanto, ieri, fuori dalla chiesetta in cimitero è partita una petizione (che si può firmare anche in alcuni negozi) che ha già raccolto decine di firme, per chiedere al patriarca Francesco Moraglia di non chiudere il luogo di culto. E mentre i recapiti telefonici di don Armando sono stati nascosti con una striscia di scotch, sulla bacheca è comparso il cartello con i nuovi orari, anche delle messe che la domenica sono celebrate nelle parrocchie vicine a cui, d'ora in avanti, chi frequentava il cimitero potrà fare riferimento. Per l'ultima messa la platea si è riempita e molti hanno ascoltato all'esterno grazie agli altoparlanti. Alla fine don Natalino ha parlato con la gente. «La sospensione della messa di domenica a luglio e agosto è un provvedimento temporaneo e rivedibile. Preti non ce ne sono», ha affermato. «Ma se ci sono sacerdoti in pensione che chiedono di fare qualcosa sentendosi messi da parte? Non potete chiedere a loro»?, ha ribattuto qualcuno. A molti non è andato giù che don Bonazza non si sia presentato alla riunione che avrebbe dovuto tenersi martedì scorso in chiesetta. «Mi sono rifiutato di venire a un incontro che non avevo convocato io. A don Gianni Antoniazzi avevo spiegato: ci vediamo, mi dai le chiavi, parlo un attimo coi volontari. Invece c'è stata una convocazione, una specie di adunata, per contestarmi. Per esempio nella chat in WhatsApp del centenario dello scoutismo sono girati inviti del tipo: Venite tutti quanti perché vogliamo difendere la chiesa dalla chiusura. Nessuno chiude. Questo resta un luogo di preghiera. E, comunque, a don Gianni avevo riferito di aver avuto un imprevisto».


IL CONFRONTO
Il confronto tra don Bonazza e i fedeli si è protratto per mezz'ora. Nel frattempo al Centro don Vecchi di Carpenedo andava in scena un fuori programma. Perché all'ora di pranzo, con pochissimo preavviso, di ritorno dall'incontro con le famiglie alla Gazzera il patriarca Francesco Moraglia è andato a far visita a don Armando, consegnandogli una lettera di ringraziamento, a lui e i suoi collaboratori, per il lunghissimo servizio svolto in cimitero. «È venuto a salutarmi, una cortesia che ho apprezzato ha riferito don Armando Sulla messa, mi ha spiegato che certamente ne riparlerà con don Natalino». Nel pomeriggio è circolata la voce che il patriarca avesse nominato l'anziano sacerdote monsignore, titolo che il diretto interessato ha sempre rifiutato in passato e smentito anche stavolta: «Anche perché avrei rinunciato subito».

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