Una fionda rilancia Forte Marghera: «Quella zona è il futuro della città»

Giovedì 1 Novembre 2018 di Margherita Rossi
Una fionda rilancia Forte Marghera: «Quella zona è il futuro della città»
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MESTRE - Per evitare fraintendimenti, la fionda è stata posizionata rivolta a Sud. Punta in direzione di Porto Marghera, ritenuta capace di comprenderne il significato senza provocazioni: «Quella zona è il futuro della città, e questa opera parla proprio di modernità» chiarisce il sindaco Luigi Brugnaro, inaugurando la nuova scultura dell'artista Lorenzo Quinn, che ha deciso di donarla a Forte Marghera. Nell'altra direzione, come si era inizialmente pensato di posizionarla, ci sarebbe stata Venezia e, più vicino, una delle due caserme napoleoniche che si affacciano sulla baia: «Avrebbero potuto pensare che vogliamo buttarle giù» si scherza, poco prima del taglio del nastro.
 
IL MESSAGGIOLa nuova opera in bronzo, acciaio inossidabile e ottone, prende la forma di due enormi mani di ragazzo che tiene teso l'elastico di una fionda mentre sta per essere lanciata una sfera, che rappresenta il pianeta terra. Si intitola Stop playing per mettere in chiaro il messaggio di Quinn: «Da piccolo con una fionda ho rotto una finestra in vetro antiproiettile che avrebbe dovuto proteggere la nostra casa e da quella vicenda ho preso ispirazione. Il messaggio però è simbolico: non si gioca con il mondo, proprio per non rischiare di arrivare al punto di rottura del sistema e delle sue risorse. E in particolare bisogna proteggere Venezia, che è una città fragile». Il sindaco Luigi Brugnaro ricorda che le mani prese a modello sono quelle di Anthony, il figlio dell'artista: «Ancora una volta si guarda alle nuove generazioni. La fionda, che è stata regalata alla città, punta verso Porto Marghera ed è stata portata al forte, proprio perché sono luoghi in cui si sperimenta il futuro. E l'occasione ci permette quindi di ricordare che le opere di marginamento del Mose, che va finito, non sono soltanto alle bocche di porto, ma riguardano anche le opere di compensazione che devono essere utilizzate per finire il grande progetto di salvaguardia della città». 
LAVORI IN CORSOIl presidente della fondazione Forte Marghera, Stefano Mondini, ha ricordato gli investimenti dell'amministrazione comunale sul complesso. «I sette milioni di euro del primo stralcio sono già oggetto del primo bando di gara che si chiuderà a dicembre e che prevederà, a inizio del prossimo anno, la realizzazione dei sottoservizi: la fognatura, l'acquedotto, le reti tecnologiche che partiranno fin dal percorso pedonale esterno. Gli altri cinque milioni di interventi andranno a bando il prossimo anno e serviranno al restauro delle caserme della darsena: oltre a bloccarne il decadimento bisogna mettere mano con urgenza alla copertura». Una novità riguarda invece un nuovo investimento, di un altro milione e mezzo di euro, per lo scavo dei canali intorno al forte: «Anche questi lavori - spiega Mondini - dovrebbero partire il prossimo anno. Il tutto sarà fatto senza mai chiudere il forte al pubblico».
GLI SPAZI INTERNIIntanto il Comune, la fondazione e Insula stanno definendo l'utilizzo dei vari padiglioni. In una delle strutture all'ingresso sarà realizzata una biblioteca (un'ipotesi è di dedicarla alla storia locale) e un'aula studio che in estate sarà aperta a orario prolungato, forse anche la sera. Sarà probabilmente data in gestione alla Vez. «A breve sposteremo inoltre uno dei due gattili, che saranno messi insieme in un'area meno centrale - aggiunge Mondini - Recupereremo poi altri spazi, tra i quali quelli in cui c'erano i nostri uffici e che sono rimasti liberi. Servirà poi ritagliare qualche risorsa per sistemare i piccoli edifici all'ingresso, sulla destra (di fronte alla nuova sede del centro servizi) e poi andare a bando per assegnarli. La sfida sarà animare il forte fin dal mattino: i cancelli sono già aperti ma prima di pranzo non lo utilizza quasi nessuno».
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