Eroina killer, liberi due dei tre nigeriani arrestati dai carabinieri

Giovedì 15 Agosto 2019
Eroina killer, liberi due dei tre nigeriani arrestati dai carabinieri

MESTRE - Resta in carcere soltanto uno dei tre nigeriani arrestati lunedì dai carabinieri con l'accusa di detenzione di sostanze stupefacenti con finalità di spaccio. Il gip di Venezia ha ritenuto, infatti, che i gravi indizi di colpevolezza, necessari per l'emissione di una misura cautelare, sussistano unicamente nei confronti del trentunenne Chigozie Nwagba. Ai due connazionali, Bright Agbonteah, 32 anni, e Nonso Jude Okonkwo, 28 anni, è stato imposto un obbligo di presentazione alle forze dell'ordine: il fatto che tutti fossero all'interno dell'abitazione nella quale si trovava la droga, infatti, non basta per stabilire che tutti sapessero, o peggio che tutti siano responsabili della detenzione con finalità di spaccio.

 

LA DIFESA
Le indagini in ogni caso proseguono, alla ricerca di eventuali altri elementi di prova, ma per verificare le dichiarazioni rese ieri mattina dallo stesso Nwagba (l'unico che ha accettato di rispondere alle domande del giudice) il quale ha negato di aver nulla a che fare con eroina e cocaina, spiegando di essersi recato nell'appartamento per riscuotere l'affitto di una stanza che da alcuni mesi aveva concesso in subaffitto ad un quarto connazionale, finora non coinvolto nelle indagini. Nwagba è assistito d'ufficio dall'avvocato Giovanni Zago, gli altri due indagati dall'avvocato Marco Serena.
APPOSTAMENTI
L'operazione dei carabinieri è stata messa a segno in un condominio di via Livenza, a Carpenedo, dove sono stati sequestrati oltre ai 50 grammi di eroina gialla (con principio attivo superiore a quella solitamente immessa nel mercato e per questo più pericolosa), 20 grammi di cocaina e alcuni grammi di marijuana, oltre a materiale per il confezionamento delle dosi (cartine, bustine in plastica e bilancini) e 3 mila euro in contanti. Tutte circostanze in base alle quali gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Roberto Terzo, ritengono che la droga fosse destinata ad un mercato vario ed eterogeneo.
Per i militari dell'Arma non è stato semplice individuare l'appartamento nel quale era stata nascosta la droga, e ci sono voluti giorni appostamenti e di pedinamenti. Con molte probabilità lo spaccio avveniva direttamente all'interno del condominio, ma anche nell'area del parco Albanese, nella zona di via Piave e della stazione ferroviaria. Il terzetto finito sotto inchiesta è già noto alle forze dell'ordine.
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Ultimo aggiornamento: 11:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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