«Io, no vax, ho perso il lavoro e adesso dormo in auto». Chi è la donna che vive da un anno sotto la tangenziale di Mestre

Venerdì 27 Gennaio 2023 di Fulvio Fenzo
«Io no vax ho perso il lavoro e adesso dormo in macchina», la donna che vive da un anno sotto la tangenziale di Mestre

MESTRE - «Stai registrando? Non stai registrando, vero? Non voglio foto, voglio essere lasciata in pace». Non dice il suo nome mentre esce dall’auto parcheggiata sotto la tangenziale. Ha passato un’altra notte rannicchiata sul divanetto posteriore della sua Citroen C3 dove - tra valigie, vestiti, coperte, un sacco carico di bottiglie d’acqua da due litri l’una ed altre borse - non restano molti millimetri di spazio, oltre a quello necessario per distendersi dormire tra il rimbombo di auto e camion che passano sul viadotto autostradale. 
Non vuole essere registrata ma, mentre come ogni mattina appena alzata inizia a togliere lenzuola e coperture di finestrini e parabrezza, e a rispostare tutte le cose stipate nell’abitacolo per liberare la poltrona del conducente, inizia a raccontare. Di quando è arrivata in Italia, del diploma di operatrice socio sanitaria che l’ha fatta lavorare regolarmente in varie strutture, dell’uomo che la picchiava, della sua scelta di non vaccinarsi che le ha fatto perdere il posto e la possibilità di permettersi una sistemazione che non sia quella del parcheggio scambiatore di via Miranese.

DIPLOMATA

Pensi di trovare una persona in condizioni precarie e, invece, esce dalla Citroen già pronta per la giornata.

Ha sui 35 anni (ma guai a chiederglielo), giaccone e fuseaux rosa senza una macchia, abiti che lava alla fontanella di Villa Ceresa e poi stende sulle recinzioni del parcheggio. «La sentiamo cantare quando fa il bucato, ha una bella voce», raccontano i “vicini” dai condomini di via Basilicata. «Sono arrivata in Italia 12 anni fa - riprende a raccontare -. Sono del Congo, parlo anche inglese e francese».

Ma il suo italiano è già praticamente perfetto. «Sono una “Oss”, operatrice socio sanitaria diplomata regolarmente, ma sono rimasta senza lavoro perché sono no vax. Quando è arrivato il Covid e bisognava vaccinarsi ci hanno cacciati tutti. L’unica alternativa era fare il tampone ogni due giorni per lavorare, ma non potevo certo permettermi di pagare 15 euro ogni volta». Per un po’, finché è arrivata, ha tirato avanti con la Naspi, ma poi è cessata anche questa indennità e si è trovata senza alcuna entrata. «Mi hanno messa fuori anche dall’alberghetto dove dormivo, e così non mi è rimasto altro che dormire in macchina. Sono qui da tanto, da più di un anno».

L’OMBRA SUL PRESENTE

I servizi sociali del Comune hanno cercato di darle una mano. «Ma mi hanno proposto di andare in un asilo notturno - riprende -, ma io in un asilo notturno non ci vado. Se devo avere solo una sistemazione per la notte allora preferisco dormire in auto. Io spero solo che tolgano queste limitazioni per chi non è vaccinato e di poter tornare a lavorare».

Passiamo a darci del tu: ma adesso come vivi?
«Le assistenti sociali mi hanno aiutato, mi danno qualche rimborso». Sì, ma con quelli non si vive. Cosa fai di giorno quando muovi l’auto ed esci da questo parcheggio, per poi tornare di sera? E qui si rabbuia, sembra voler troncare il dialogo. Poi mastica un “c’è un uomo... una maledizione... una maledizione”. E si ferma come se fosse calata un’ombra sul presente.

LA VITA PRIMA

Prima di tutto questo, prima del parcheggio e prima del Covid, aveva un’altra vita. Ma non dev’essere stata facile neppure quella. «Tu non sai della mia vita. Sì, avevo un uomo. Cattivo». Sul volto porta i segni di quelle che potrebbero essere state violenze subite in passato, segni che ricordano anche nelle strutture dove ha lavorato come operatrice socio sanitaria. Non implora aiuti, né si lamenta. È una donna forte perché solo se si è forti si riesce a sopportare per così tanto tempo una sistemazione simile, in un parcheggio dove di notte arrivano regolarmente spacciatori e tossicodipendenti. Mentre ha finalmente liberato il posto per rimettersi al volante, alza lo sguardo e ripete: «Quando faranno tornare al lavoro anche noi no vax spero di trovare un’occupazione. Ho anche pensato di andare in Francia, il francese lo parlo bene perché è la lingua ufficiale in Congo, ma penso che la situazione sia la stessa anche lì per chi non è vaccinato». Ma ora è pronta per andare. Deve andare. «Un’ultima cosa: non hai registrato, vero?».

Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 16:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci