Monopattini elettrici e bici banditi dal centro di Mestre per appiedare gli spacciatori

Domenica 2 Aprile 2023 di Michele Fullin
Monopattini elettrici e bici banditi dal centro di Mestre per appiedare gli spacciatori

VENEZIA/MESTRE - Via dalla circolazione biciclette, biciclette a pedalata assistita e monopattini elettrici in tutte le zone attorno alla stazione di Mestre nel raggio di circa mezzo chilometro. Lo prevede da ieri un'ordinanza del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che reitera un provvedimento del tutto simile emanato alla fine dello scorso dicembre che aveva (e ha) lo scopo di appiedare i plotoni di spacciatori che infestano una zona nevralgica di Mestre come il rione Piave (via Piave e strade limitrofe) e una parte di Marghera, quella a ridosso dei binari.

La situazione è talmente grave che da mesi il fenomeno dello spaccio a Mestre, oltre a tenere banco quotidianamente sulla stampa, è finita in primo piano anche sui talk show della sera a livello nazionale. Tanto che, proprio questa settimana, in uno di essi Mestre è stata definita come il "Far West dell'Italia nord orientale". Un appellativo non troppo edificante ma che corrisponde a quello che si vede non solo tutte le notti, ma a volte anche alla luce del sole. D'altronde, sono anni che via Piave, un tempo strada elegante di Mestre, è al centro dell'attenzione per fenomeni malavitosi. Negli anni Novanta era famosa per la prostituzione e nel primo ventennio dei Duemila per la droga. Nel luglio 2018 su realizzata una retata storica di nigeriani ormai padroni del territorio. Pochi giorni fa, questa situazione ha indotto il Governo (giovedì il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi era a Venezia per questo) ad affrontare la situazione di nuovo a testa bassa.


IL DEGRADO


Una triste e disarmante carrellata di spacciatori soprattutto nigeriani in attesa dei clienti, tossicodipendenti che si bucano nel sottopasso tra Mestre e Marghera, ma anche in strade residenziali tra i tavolini di bar e ristoranti in turno di riposo. Una situazione che è insopportabile per i residenti ed è intollerabile per le forze dell'ordine e il Comune. Questo perché la tossicodipendenza diffusa e lo spaccio ad ogni angolo portano anche a spiacevoli effetti collaterali come spaccate a non finire, furti nelle auto, e aggressioni.


Dopo aver osservato per mesi come si muovono gli spacciatori, il sindaco Brugnaro ha deciso con la polizia locale di tentare questa carta, poiché gli spaccini si muovono soprattutto con il monopattino e la bicicletta elettrica per potersi muovere velocemente anche in strade non percorribili alle automobili. Nei 90 giorni di durata dell'ordinanza del 22 dicembre, polizia locale e altre forze dell'ordine hanno sequestrato parecchi di questi mezzi, appiedando i venditori di droga. Nello stesso tempo hanno ripulito la zona dai pusher tunisini: almeno una quarantina sono stati caricati in pullman per essere portati al centro di Gradisca e quindi rimpatriati. Non è stato possibile fare lo stesso con i nigeriani, per la mancanza di accordi in tal senso con quel Paese.


Quando si è trattato di decidere se rinnovare l'ordinanza o meno, al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal Prefetto, gli effetti del provvedimento sono stati valutati in maniera positiva da tutti i comandi operativi delle varie forze dell'ordine, tanto che ne hanno anche chiesto la reiterazione e l'estensione dei divieti ai "velocipedi a propulsione esclusivamente muscolare", cioè le normali biciclette.


IL DIVIETO


L'ordinanza prevede che il divieto di transito, pena il sequestro, valga per i non residenti nel Comune di Venezia che non lavorino in attività poste nel territorio comunale o che siano studenti di scuole o università. «Chi viene in bicicletta per turismo sarebbe di principio escluso, ma qui - assicurano in Comune - entra in gioco la ragionevolezza, poiché lo scopo non è bloccare il traffico, quanto impedire agli spaccini di muoversi liberamente sul territorio di caccia ed evitare di essere presi in flagranza, la quale rende poi l'arresto obbligatorio e il processo sicuro».

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 12:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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